| SETTIMO POSTO?! Le dichiarazioni di Walter Mazzarri a fine partita infiammeranno una piazza che già ribolle: il Napoli non merita un declassamento simile
22/1/2012
La matematica non è un'opinione, perciò può diventare l'alibi perfetto per chi è a caccia di scuse preconfezionate al fine di giustificare prestazioni scandalose. Come monte ingaggi della A siamo settimi, quindi il settimo posto attuale è il massimo che possiamo aspettarci: questo il teorema di Walter Mazzarri l'ambizioso, quel Mazzarri che fino a qualche mese fa non perdeva occasione per pavoneggiarsi della sua infallibilità.
Ora invece professa umiltà, e dichiara senza mezzi termini che per i miracoli non solo non è attrezzato, ma non ha neppure intenzione di attrezzarsi, sebbene il suo personalissimo monte ingaggi sia il secondo della serie A. Potenza dei numeri, che sono incontrovertibili appigli quando ci si vuole nascondere dietro a un dito ma possono avere infinite chiavi di lettura. E allora è vero che il Napoli ha un monte ingaggi più basso di altre sei squadre, ma è vero pure che il budget di Perinetti è nettamente inferiore a quello di Bigon, e che quindi calcoli alla mano avrebbe dovuto battere il Siena. Ma proprio a voler rendere matematica per matematica, perché chi mastica calcio (e non cerca scuse) sa bene che simili calcoli non sono assolutamente consentiti.
Comunque sia, un allenatore così a suo agio con i numeri avrebbe dovuto fare due conti dopo il pareggio contro il Bologna, e capire che quando gli avversari aggiungono un centrale difensivo e un centrocampista il Napoli dovrebbe attuare la giusta contromossa, altrimenti si resta in inferiorità numerica. Così come non serve un nerd per capire che tre difensori contro un attaccante uguale due uomini che si girano i pollici, con rischio di gravi cali di concentrazione. Se invece poi alzassimo un attimo la testa dalla calcolatrice e ci concentrassimo sugli aspetti tattici, sarebbe facile accorgersi che Inler soffre maledettamente in un centrocampo a due uomini, ancor di più quando c'è un avversario fisso a pressarlo. Un aspetto che in serie A sembrano aver colto 19 allenatori su 20, e lasciamo ai matematici l'incombenza della sottrazione.
L'impressione che si ha dopo aver visto le ultime partite e sentito le ultime dichiarazioni? Che per qualcuno questa squadra è soltanto un trampolino di lancio verso altri palcoscenici, di portarla ancor più in alto non c'è alcuna intenzione. E allora bisogna iniziare a valutare le rispettive esigenze e capire se ci sono da prendere decisioni di conseguenza, perché Napoli non può fermarsi ad un anno glorioso per poi tornare nell'anonimato. Il Napoli non è l'Empoli, matematica a parte c'è ben più di due lettere di differenza fra queste due piazze. Basta con le giustificazioni e con le scuse, è il momento di capire chi crede davvero nel progetto di crescita, senza più mettere le mani né avanti né indietro per pararsi il…futuro. Mazzarri si atteggia tanto a Mourinho, eppure dimostra di aver completamente equivocato il suo ultimo aforisma: la vittoria ha molti padri, la sconfitta uno solo. Non il contrario. Capito, Walter Pitagora?
Antonio Papa
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