Il decennio dell'inferno azzurro

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    CITAZIONE (boglia18cino @ 27/8/2023, 14:40) 
    Notavo quanto (logicamente) sia diversa la percezione della storia del Napoli in base alla data di nascita di un tifoso.

    Dagli "anziani" del forum che hanno un'immenso archivio storico risalente agli anni 60/70 e quindi ne hanno una visione completa, ai 50enni che hanno avuto la fortuna di godere dell'epopea Maradoniana, per finire ai 20enni di oggi che hanno conosciuto solo ADL e, inconsapevoli, hanno tutte le ragioni per essere esigenti.

    Poi ci siamo noi, quelli della mia generazione (io 38enne), che appena nati hanno "vinto" due scudetti dei quali non ricordano nulla, ma che da bambini sono diventati adulti attraversando un decennio costellato dalle peggiori disgrazie sportive.

    Mossi da un amore smodato per la maglia (o da un'inspiegabile masochismo, chiamatelo come volete).

    Da che ho ricordi consapevoli (7/8 anni) fino alla sconfitta ai play off con l Avellino (a 20 anni!!) l'apice sportivo fu la qualificazione UEFA con Lippi.
    Nonostante il Napoli del mio cuore rimarrà per sempre quello del biennio Boskov-Simoni, il primo, quello delle maglie gialle "imbattibile in trasferta", il secondo capace di arrivare a Natale come prima inseguitrice della capolista juventus in coabitazione col Vicenza, quel Vicenza che in primavera causò la più grande delusione sportiva di me ragazzino, fiumi di lacrime per quella Coppa Italia, quando era ancora una competizione vera.

    Quando cresci consapevole di questa dimensione tifi e basta, senza pretese!

    Ai ragazzi "amm vincer" di oggi suggerirei di farsi una chiacchierata con un Genoano o un Torinista per capire cosa sia tifare senza ambizioni di titoli.

    Ricordo quando a calcetto gli amici si presentavano con le maglie di Trezeguet e Shevchenko e io rispondevo con quella pezzotta di Dionigi.

    Ricordo partite pre-fallimento, in trasferta in cui ci si esaltava letteralmente per la conquista di un semplice calcio d'angolo, talmente scarsa era la produzione offensiva.

    Ma il brivido per un gol non cambia che sia C o Champions!

    Ancora mi emoziono pensando alla rimonta, guidata dal compianto Rincon, da 0-2 a 3-2 (con rigore sbagliato da Benny Carbone sul 2-2 al 90esimo) contro la Lazio al San Paolo!

    Il gol di Consonni al Teramo vale quanto quello di Cavani al Chelsea nel cuore di un tifoso.

    Perché in fondo le emozioni sono proporzionate alle aspettative.

    Per tutte queste ragioni, per quelli della mia generazione questo scudetto è qualcosa di indescrivibile, proprio perché siamo cresciuti privati della speranza di sognare!

    E per quanto non dovrei essere appagato, la gioia è tale che è come essermi tolti il peso di un macigno.
    Dal 4 maggio il mio approccio è cambiato, finalmente sono tornato ad essere quel ragazzino che amava vedere la partita del Napoli senza la bramosia della vittoria ad ogni costo, perchè finalmente abbiamo coronato il sono di una vita.

    E di certo a spaventarmi non sarà l'idea di non rivincere perché noi il peggio del peggio l'abbiamo già visto.

    Io fui segnato dalla finale col Vicenza e ancor prima dall’Eintracht in Uefa. Non avendo mai vissuto quei fasti di squadra in Europa e addirittura una finale di coppa Italia vederle erano sogni ad occhi aperti, anche per il solo fatto che la partita era in tv come per le squadre più blasonate del tempo.
    Andre Cruz Boghossian Rincon Beto.
     
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    CITAZIONE (boglia18cino @ 27/8/2023, 14:40) 
    Notavo quanto (logicamente) sia diversa la percezione della storia del Napoli in base alla data di nascita di un tifoso.

    Dagli "anziani" del forum che hanno un'immenso archivio storico risalente agli anni 60/70 e quindi ne hanno una visione completa, ai 50enni che hanno avuto la fortuna di godere dell'epopea Maradoniana, per finire ai 20enni di oggi che hanno conosciuto solo ADL e, inconsapevoli, hanno tutte le ragioni per essere esigenti.

    Poi ci siamo noi, quelli della mia generazione (io 38enne), che appena nati hanno "vinto" due scudetti dei quali non ricordano nulla, ma che da bambini sono diventati adulti attraversando un decennio costellato dalle peggiori disgrazie sportive.

    Mossi da un amore smodato per la maglia (o da un'inspiegabile masochismo, chiamatelo come volete).

    Da che ho ricordi consapevoli (7/8 anni) fino alla sconfitta ai play off con l Avellino (a 20 anni!!) l'apice sportivo fu la qualificazione UEFA con Lippi.
    Nonostante il Napoli del mio cuore rimarrà per sempre quello del biennio Boskov-Simoni, il primo, quello delle maglie gialle "imbattibile in trasferta", il secondo capace di arrivare a Natale come prima inseguitrice della capolista juventus in coabitazione col Vicenza, quel Vicenza che in primavera causò la più grande delusione sportiva di me ragazzino, fiumi di lacrime per quella Coppa Italia, quando era ancora una competizione vera.

    Quando cresci consapevole di questa dimensione tifi e basta, senza pretese!

    Ai ragazzi "amm vincer" di oggi suggerirei di farsi una chiacchierata con un Genoano o un Torinista per capire cosa sia tifare senza ambizioni di titoli.

    Ricordo quando a calcetto gli amici si presentavano con le maglie di Trezeguet e Shevchenko e io rispondevo con quella pezzotta di Dionigi.

    Ricordo partite pre-fallimento, in trasferta in cui ci si esaltava letteralmente per la conquista di un semplice calcio d'angolo, talmente scarsa era la produzione offensiva.

    Ma il brivido per un gol non cambia che sia C o Champions!

    Ancora mi emoziono pensando alla rimonta, guidata dal compianto Rincon, da 0-2 a 3-2 (con rigore sbagliato da Benny Carbone sul 2-2 al 90esimo) contro la Lazio al San Paolo!

    Il gol di Consonni al Teramo vale quanto quello di Cavani al Chelsea nel cuore di un tifoso.

    Perché in fondo le emozioni sono proporzionate alle aspettative.

    Per tutte queste ragioni, per quelli della mia generazione questo scudetto è qualcosa di indescrivibile, proprio perché siamo cresciuti privati della speranza di sognare!

    E per quanto non dovrei essere appagato, la gioia è tale che è come essermi tolti il peso di un macigno.
    Dal 4 maggio il mio approccio è cambiato, finalmente sono tornato ad essere quel ragazzino che amava vedere la partita del Napoli senza la bramosia della vittoria ad ogni costo, perchè finalmente abbiamo coronato il sono di una vita.

    E di certo a spaventarmi non sarà l'idea di non rivincere perché noi il peggio del peggio l'abbiamo già visto.

    Io 39 anni tra poco, hai riassunto benissimo tutte le sofferenze che abbiamo vissuto, io ancora non ci credo che siamo campioni d'Italia :P
     
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    Ragazzi, voi dovete pensare che una volta (e ricordo nettamente tutti gli anni '70, poi una gran parte degli anni '80, a parte gli anni di Diego, e poi il decennio dell'inferno degli anni '90) vincere UNA (e dico una) partita in trasferta era un avvenimento che ti ricordavi per l'intera stagione.
     
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    CITAZIONE (Npc59 @ 30/8/2023, 21:00) 
    Ragazzi, voi dovete pensare che una volta (e ricordo nettamente tutti gli anni '70, poi una gran parte degli anni '80, a parte gli anni di Diego, e poi il decennio dell'inferno degli anni '90) vincere UNA (e dico una) partita in trasferta era un avvenimento che ti ricordavi per l'intera stagione.

    In questi anni siamo abituati non bene benissimo, che possa continuare così per sempre.
     
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    CITAZIONE (Npc59 @ 30/8/2023, 21:00) 
    Ragazzi, voi dovete pensare che una volta (e ricordo nettamente tutti gli anni '70, poi una gran parte degli anni '80, a parte gli anni di Diego, e poi il decennio dell'inferno degli anni '90) vincere UNA (e dico una) partita in trasferta era un avvenimento che ti ricordavi per l'intera stagione.

    Con Diego non abbiamo mai vinto a Milano, sicuramente mai con l'Inter
     
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    Te la racconto come l'ho vissuta io. Dunque tutto cominciò con la finale di Supercoppa 90/91, io avevo 15 anni. Il Napoli si impose 5-1 contro la Juventus, una serata che faceva sperare gloria sempiterna... Invece fu il canto del cigno. Per alzare un nuovo trofeo avrebbero dovuto passare 21 anni con la coppa Italia di Mazzarri nel 2011. Il campionato parti male, a metà Maradona fu trovato positivo all'antidoping e fu squalificato, lasciando Napoli per sempre. Gli anni immediatamente successivi il Napoli centrò qualche buon piazzamento come le qualificazioni UEFA del 92 e del 94, una finale di coppa Italia persa contro il Vicenza ed ingaggiò anche qualche campioncino, a fronte dei parecchi che lasciavano Napoli. Fonseca, Corini, Di Canio, Carbone furono acquisti di quegli anni.

    Finché non si arrivò alla stagione 96/97, dove si incominciò seriamente a sentire puzza di serie B....

    Ma fu l'anno dopo che fu compiuto un vero capolavoro: retrocessione con soli 14 punti, ovviamente l'ultimo posto in classifica e squadre scarse che venivano a Napoli e segnavano 4 o 5 gol. 3 del Brescia, 4 dal Lecce penultimo e con pochissimi punti (ma ovviamente più di noi). Prendemmo 5 gol a Bologna ed Empoli, 6 a Roma e in casa Samp.

    Quella squadra per la verità molto in teoria non era neanche tanto male. C'erano parecchi ex ottimi giocatori ma ormai vecchi, c'era Igor Protti ex capocannoniere di serie a col Bari, c'era un attaccante argentino divenuto poi famoso a Napoli come il pacco per antonomasia ovvero José Luis Calderon che però se uno si va a vedere le sue marcature in carriera ha sempre segnato caterve di gol prima e dopo Napoli. Il problema era soprattutto ambientale ed infatti anni dopo mi sarebbe giunta voce che quella squadra si ammutinò perché non riceveva lo stipendio. Il che è plausibilissimo perché era una squadra scarsa ma la salvezza avrebbe potuto giocarsela.
    A quel tempo La cosa che mi colpì di più fu tutto l'ambiente giornalistico sportivo che si vede di che pasta era fatto. Ovvero di una appecoramento alla proprietà che oggi non mi meraviglia ma che data la mia giovane età all'epoca mi scandalizzò.
    E in questo marasma incominciò a brillare la stella di Tullio Maddaloni, pace all'anima sua, unico personaggio televisivo, protagonista della trasmissione "Number Tullio" si canale 10, che diceva la verità, ovvero che la proprietà non era in grado di mantenere un Napoli all'altezza di una città una delle più antiche e ricche di storia del Mediterraneo come Napoli. Ovviamente dicendo la verità era fatto passare per pazzo. Memorabile la puntata in cui per rispondere alle buffonate giornalisti che parlavano del Napoli "pane e salame" di Emiliano Mondonico, espressione per alludere ad un Napoli operaio, così esordi: "Signore e signori, ecco il Napoli, indicando un panino col salame sulla scrivania dello studio.
    De Laurentiis in verità qualche anno prima grazie alla mediazione di Roberto Fiore ex presidente del Napoli negli anni 60 cercò di acquistare il Napoli da Ferlaino, ma in cambio ricevette solo querele.
    Poi il Napoli nel 2004 fallì e la storia successiva la conosciamo....

    Spero di aver suscitato il tuo interesse.

    CITAZIONE (geggi69 @ 30/8/2023, 23:01) 
    Con Diego non abbiamo mai vinto a Milano, sicuramente mai con l'Inter

    Mai con l'Inter, una volta col Milan nella stagione 85/86.
     
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    QUOTE (connectionrefused @ 3/9/2023, 19:33) 
    Cut.

    Io l'ho vissuta esattamente così :D
     
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    A me questo thread mi sa tanto di voler rivalutare il pappy dopo una campagna acquisti vergognosa dove, da buon pappone, si è messo in tasca 140mln di tutti gli introiti dell'anno scorso mentre ha speso si e no i soldi di Kim.

    Sono pronto ad essere bannato ma questo è quello che penso e lo scrivo.
     
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    CITAZIONE (GrandeNapoli @ 8/9/2023, 08:50) 
    A me questo thread mi sa tanto di voler rivalutare il pappy dopo una campagna acquisti vergognosa dove, da buon pappone, si è messo in tasca 140mln di tutti gli introiti dell'anno scorso mentre ha speso si e no i soldi di Kim.

    Sono pronto ad essere bannato ma questo è quello che penso e lo scrivo.

    Non sono graditi nomignoli di sorta, tra l’altro neanche o cospirazionisti sono graditi, come se fare un topic che ripercorre la storia azzurra in una sezione tra l’altro creata per questo possa influenzare il pensiero delle persone su AdL.

    Edited by 19|Vincenzo|26 - 8/9/2023, 12:32
     
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    Rivalutare dopo uno scudetto vinto chiunque abbia lavorato nella società calcio Napoli nell’ultimo anno in un mondo sano lo potrei definire un ossimoro.
     
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    Il periodo veramente merdoso fu 1995/2004.
     
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    QUOTE (geggi69 @ 30/8/2023, 23:01) 
    Con Diego non abbiamo mai vinto a Milano, sicuramente mai con l'Inter

    Se per questo neanche ad Empoli o Como. Va detto che fino agli anni ottanta, con 16 squadre e la vittoria a 2 punti, il livello del campionato era molto più livellato e competitivo. Vincere im trasferta era sempre un evento,oggi dai per scontata la vittoria a lecce o Frosinone, all'epoca per vincere ad Avellino o Pisa dovevi buttare il sangue..
     
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    Napoli non troppo centro, non proprio periferia

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    Ma secondo voi, al di là della sequenza temporale di quando uno ha sostituito l'altro, nel fare la tara degli anni specifici, le situazioni economiche, i bidoni acquistati, l'ambiente che si respirava e i risultati ottenuti, è stato peggio il periodo di Corbelli o di Naldi?
     
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    CITAZIONE (Leobhart @ 9/9/2023, 19:06) 
    Ma secondo voi, al di là della sequenza temporale di quando uno ha sostituito l'altro, nel fare la tara degli anni specifici, le situazioni economiche, i bidoni acquistati, l'ambiente che si respirava e i risultati ottenuti, è stato peggio il periodo di Corbelli o di Naldi?

    Mah se proprio vogliamo fare i sofisticati direi Naldi, che infatti è venuto dopo, ma io lo vedo come un unico periodo di merda.

    Possiamo dividerlo in:

    1. Periodo 1991/1995, il ridimensionamento
    2. Periodo 1995/1998, il crollo
    3. Periodo 1998/2004, l'inferno

    Per quanto riguarda il periodo De Laurentiis possiamo dividerlo in due:

    1. 2004/2011 la risalita
    2. 2011/2022 il tirare a campare nei piani alti, ma sempre a tirare a campare
    3. 2022/2023 lo scudetto.

    Chissà il futuro cosa ci riserverà, sono ottimista ma non troppo.

    Sarà il solito tirare a campare delaurentiano a cui siamo abituati con qualche stagione ogni decennio/quindicennio in cui gira tutto per il verso giusto e quindi si può raggiungere il tricolore.

    Poca roba a confronto di ciò che una delle civiltà più antiche del Mediterraneo meriterebbe, ovvero un club a livello di City, Bayern e Barça...

    Tirare a campare ad alto livello, ma sempre tirare a campare è...

    Ma la tifoseria gioisce dei conti in attivo, come se la tasca fosse la sua...
     
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    'tirare a campare nei piani alti' è meraviglioso. Io ci metto la firma per farlo per i prossimi 50 anni
     
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