| Credo che ci sia qualcosa di personale tra Paoletti e la Societa', critica fortemente e personalmente De Laurentiis e la sua famiglia....mah!
Ecco quanto scritto da Paolo Paoletti per Oltrequotidiano.com:
Ormai abbiamo capito, avrebbe voluto fare l’attore, come il padre provò con Eduardo e Totò. Non gli è riuscito e figlio di Papà s’è messo comunque a fare spettacolo. Andati male gli ultimi tre film, perchè non è facile passare dal cine-panettone a Robert De Niro, cambia genere e sceglie la sceneggiata! Ecco De Laurentis, un uomo solo al comando, un cine-presidente solo nei tre ruoli classici del genere meroliano: lui (il Napoli), lei (la città di Napoli) e o’ malamente (se stesso). In meno di una settimana ha sparato su Comune, Messi, Lavezzi, i giornalisti e chi più ne ha ne metta. Cominciamo dalla fine. Ma come è possibile che un giornale come Il Mattino accetti il ritiro dell’accredito ad un suo inviato? Primo, cosa c’è da accreditare? Un inviato va sul posto a seguire un evento, vede, riflette e scrive. Gli viene vietato di parlare con i tesserati del Napoli? E chi se ne frega! Il problema del giornalismo sportivo come quello politico è la carenza di idee oltre un libero pensiero incatenato. Tutti disposti al pronismo davanti a presidenti e campioni, dimenticando che il giornalismo ha un solo padrone, il pubblico. Che viene anche prima dell’editore. Che De laurentis ripeta costantemente che chi non è con lui è contro di lui, ci fa un baffo. Perchè il giornalista non è con… ne contro. Racconta fatti ed esprime commenti, liberamente. Le colpe del Mattino sono non prendere una posizione netta sul Calcio Napoli per paura di perdere qualche copia. Ma il primo giornale cittadino ha il dovere di raccontare tutto e sempre proponendo al tempo stesso un posizionamento fermo su ogni cosa della città e sempre dalla parte dei napoletani. Possibile che De Laurentis abbia aumentato mediamente del 20% gli abbonamenti e di questi tempi nessuno lo ‘scortichi’ vivo con articoli al vetriolo? Sorge il dubbio: vuoi vedere che l’accredito consiste nelle spese di trasferta pagate? Cosi fosse non staremmo qui a parlare di giornalismo ma di ferie gratuite e quindi di un gioco che si chiama “padrone e sotto”. Caro direttore Cusenz, i napoletani meritano di sapere tutto del Napoli non solo ciò che sta bene a De Laurentis. Cari Ordine e Ussi, invece di scrivere comunicati, che si regolamenti la professione del giornalista con dure sanzioni per chi non osserva deontologia e autonomia, così come si sanzioni qualsiasi rapporto con l’interlocutore (trasferte pagate, biglietti omaggio, etc etc) facendola diventare materia per magistrati: si corrompe in tanti modi, sempre più facili, sempre più da ladri di pollaio! Ora Lavezzi, diciamoci subito che è solo una questione di soldi da ambo le parti. Altro che scapigliato del calcio e volontà di far amare il Napoli. De Laurentis vuole venderlo facendo 13. Lavezzi vuole andare a guadagnare quanto i compagni di Nazionale più gettonati. “In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui d’ambo i sessi v’è chi direbbe una certa razza di gente – fra i 20 e i 35 anni non più- indipendenti come l’aquila delle Alpi, pronti al bene quanto al male, inquieti, travagliati, turbolenti e per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato, vale a dire fra ciò che hanno in testa, e ciò che hanno in tasca, e per una loro maniera eccentrica e disordinata di vivere, e per… mille e mille altre cause e mille altri effetti meritano di essere classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande famiglia civile, come coloro che vi formano una casta sui generis distinta da tutte quante le altre. Questa casta o classe, vero pandemonio del secolo, personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d’indipendenza e di opposizione agli ordini stabiliti, questa classe, ripeto, che a Milano ha più che altrove una ragione e una scusa di esistere, io, l’ho battezzata appunto: la Scapigliatura“… Se De Laurentis pensa che il Pocho sia ciò che Cletto Arrighi pensava degli scapigliati in Italia, deve darlo via subito. Anche gratis! Disfarsi di Lavezzi è infatti la vera intenzione del cine-presidente, che confessò ad un gruppo di tifosi tornando in treno da Bologna. Il fatto è che Lavezzi è invendibile proprio per i 31 milioni previsti in contratto, errore enorme fatto da De Laurentis ma non per la clausola contrattuale quanto per la cifra da lui voluta. Solo chi non sa di calcio, fa errori del genere, prigioniero dell’avidità e dell’arroganza di sentirsi padrone del Napoli non rappresentante legale di un sentimento popolare e genuino come è il calcio. De Laurentis stia molto attento ad appiccicare etichette, il Napoli ha bisogno di campioni non di falsi scapigliati. Completi la squadra con Suarez (mio candidato da sempre…) o Falcao, ma anche con un difensore centrale di levatura internazionale, come la città chiede intelligentemente. Sul cretino rifilato a Messi, stendo invece un velo pietoso. Riparliamone il 23 agosto dopo il Gamper. Il Napoli ha pagato – si dice – un milione di euro per essere sfidante del Barça “mes que un club”, ma i segreti del successo di una visione della vita prima che di una squadra di calcio non sempre hanno un prezzo e non basta una notte da nababbi per capire la raffinata prosa di mille e una notte. Nel cretino a Messi perchè gioca nella Seleccion c’è tutto ciò che De Laurentis pensa del calcio: business strumentale ai danni dei tifosi. Loro pagano, lui guadagna e che nelle Nazionali ci giochino i ragazzini, così poi è sicuro che nel Napoli ci verranno tutti per amore della maglia. Ma gli vengono spontanee o le pensa stupidaggini di tale portata? Lo stadio, ecco la vera bomba. E’ innescata, prima o poi esploderà! Ma come si permette De Laurentis di mortificare i napoletani minacciando di giocare la Champions a Roma? Come si permette di avere un debito col Comune di 1 milione di euro per fitto non pagato del San Paolo? Come si permette di strumentalizzare un ingenuo neo Sindaco De Magistris chiamato in causa dall’imperativo di salvaguardare i diritti dei cittadini prima che le pretese del Calcio Napoli? Dare priorità agli interessi della cittadinanza è il primo dovere di questa nuova giunta, altrimenti come è arrivata andrà via e prestissimo. Tutto il plauso per l’assessore allo Sport del Comune di Napoli, tutto il disappunto per De Magistris che certamente non ha bisogno di polemiche ma ha il dovere di stare sempre e comunque dalla parte della gente e non di chi la sfrutta (20 milioni di incasso solo di botteghino!!!). La Convenzione-truffa per l’utilizzo del San Paolo da anni costa ai napoletani 2 milioni e 800 mila euro a campionato e De Laurentis si permette di non pagare il fitto? Di aumentare gli abbonamenti? Ma chi mai ci proteggerà da questi soprusi? L’attuale cine-presidente ha imparato il cinema all’ombra di papà Luigi il quale appena creata la Filmauro, proprio per dare lavoro al figlio Aurelio, produsse un capolavoro del cinema italiano: quel Borgese piccolo piccolo (Mario Monicelli, 1977) di cui De Laurentis ha preso alla lettera soltanto il titolo. Chi e quando gli insegnerà cos’è il calcio? |
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