L'ultimo film che ho visto.....

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  1. Palefierro
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    Quello che ha detto Keaton sul finale:

    CITAZIONE
    Non c'era nel copione. Iñarritu lo ha scritto mentre giravamo. Gli sembrava la fine più naturale e organica in relazione a quello che era accaduto al personaggio e a noi stessi durante le riprese. Nessuno di noi sarà più lo stesso dopo questo lavoro.

    Non mi sorprende, ora che so questo, il fatto di averlo trovato completamente sconnesso dal resto del film.

    Edited by Palefierro - 10/3/2015, 08:53
     
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  2. Vordb
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    CITAZIONE (Palefierro @ 10/3/2015, 02:46) 
    Ho letto qualche spiegazione del regista riguardo alcune sue scelte:

    CITAZIONE
    Ho avuto l’idea del piano sequenza non appena mi sono reso conto che il film parlava di ego. Sapevo che andava narrato da una prospettiva precisa, che doveva essere particolarmente soggettivo. Non limitandosi ad osservare il personaggio ma guardando attraverso la sua mente. Per capire e osservare davvero, ma soprattutto per sentire, dovevamo essere dentro di lui e il piano sequenza era l’unica soluzione.

    Secondo me? Pessimo pessimo pessimo! Il piano sequenza non c'entra niente con la soggettività del personaggio, quella al limite è suggerita, appunto, dalla visuale in soggettiva, che invece non viene mai adottata. Il piano sequenza invece suggerisce il legame tra le cose, e in particolare, in questo film, si crea spesso l'effetto formicaio. Il piano sequenza è il contrario della soggettività del personaggio, è l'interconnessione tra ogni cosa.

    Poi aggiunge:

    CITAZIONE
    Nella vita siamo intrappolati in un continuum temporale. Va tutto in una sola direzione. Ecco perchè invecchiamo e moriamo, perchè non possiamo tornare a essere giovani o indietro nel tempo di 200 anni. La finzione, i film e ogni forma d’arte in un certo senso rappresentano un modo per evadere dalla nostra esistenza dimensionale nel tempo. E’ per questo che ci piacciono tanto. Immaginiamo realtà diverse perchè non possiamo fuggire dalle nostre. Il piano sequenza ha un impatto emotivo diverso. Vivi un’esperienza simile alla tua vita.

    Cos'è, mo hai cambiato idea? Il piano sequenza ti serve per la soggettività o per la faccenda del continuum temporale? Non sono due cose conciliabili (il piano sequenza marca il tempo assoluto, la soggettività vive nel regno del tempo relativo), non è che niente niente non lo sai nemmeno tu che hai fatto? Poi in che modo un piano sequenza spericolato, con la telecamera che vola, passa attraverso sottili ringhiere ecc possa ricordare la mia vita mi è un po' oscuro.
    Questo non sembra, a mio modesto parere, un regista con una precisa poetica e le idee chiare, ma uno che, come si dice qua a Roma, "la butta in caciara".
    Onestamente quello che leggo mi fa dubitare ancor più della sua integrità artistica, quindi prendo ancora meno sul serio quel finale stramboide (che a questo punto, visto il tipo, potrebbe anche essere una cosa volutamente priva di senso).

    Non sono d'accordo, per il semplice fatto che in Birdman esistono due tempi che sono quelli della narrazione e quello dell'inconscio del protagonista: da qui viene sanata la contraddizione tra l'esigenza del voler mostrare attraverso una telecamera che abbracci la complessità dell'insieme e una poetica incentrata invece sul tempo della coscienza che è estremamente soggettivo e che altera il continuum (si spiegano anche gli enormi "voli pindarici" in cui lui immagina di essere il suo alter ego e compiere imprese "eroiche", la componente "onirica", trasognante del film e l'impressionante realismo che a volte scade anche nel guazzabuglio con i personaggi di contorno.

    Inarritu inoltre è un regista particolarmente legato all'idea delle vite intrecciate e dei tasselli che si rincorrono a formare un unico puzzle: prima di approdare a questo tipo di cinema, aveva provato altri esperimenti stilistici in cui era sempre il tempo ad essere manipolato, ma attraverso sguardi diversi sul mondo e persone molto distanti tra loro.
     
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  3. Palefierro
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    CITAZIONE (Vordb @ 10/3/2015, 15:08) 
    CITAZIONE (Palefierro @ 10/3/2015, 02:46) 
    Ho letto qualche spiegazione del regista riguardo alcune sue scelte:

    CITAZIONE
    Ho avuto l’idea del piano sequenza non appena mi sono reso conto che il film parlava di ego. Sapevo che andava narrato da una prospettiva precisa, che doveva essere particolarmente soggettivo. Non limitandosi ad osservare il personaggio ma guardando attraverso la sua mente. Per capire e osservare davvero, ma soprattutto per sentire, dovevamo essere dentro di lui e il piano sequenza era l’unica soluzione.

    Secondo me? Pessimo pessimo pessimo! Il piano sequenza non c'entra niente con la soggettività del personaggio, quella al limite è suggerita, appunto, dalla visuale in soggettiva, che invece non viene mai adottata. Il piano sequenza invece suggerisce il legame tra le cose, e in particolare, in questo film, si crea spesso l'effetto formicaio. Il piano sequenza è il contrario della soggettività del personaggio, è l'interconnessione tra ogni cosa.

    Poi aggiunge:

    CITAZIONE
    Nella vita siamo intrappolati in un continuum temporale. Va tutto in una sola direzione. Ecco perchè invecchiamo e moriamo, perchè non possiamo tornare a essere giovani o indietro nel tempo di 200 anni. La finzione, i film e ogni forma d’arte in un certo senso rappresentano un modo per evadere dalla nostra esistenza dimensionale nel tempo. E’ per questo che ci piacciono tanto. Immaginiamo realtà diverse perchè non possiamo fuggire dalle nostre. Il piano sequenza ha un impatto emotivo diverso. Vivi un’esperienza simile alla tua vita.

    Cos'è, mo hai cambiato idea? Il piano sequenza ti serve per la soggettività o per la faccenda del continuum temporale? Non sono due cose conciliabili (il piano sequenza marca il tempo assoluto, la soggettività vive nel regno del tempo relativo), non è che niente niente non lo sai nemmeno tu che hai fatto? Poi in che modo un piano sequenza spericolato, con la telecamera che vola, passa attraverso sottili ringhiere ecc possa ricordare la mia vita mi è un po' oscuro.
    Questo non sembra, a mio modesto parere, un regista con una precisa poetica e le idee chiare, ma uno che, come si dice qua a Roma, "la butta in caciara".
    Onestamente quello che leggo mi fa dubitare ancor più della sua integrità artistica, quindi prendo ancora meno sul serio quel finale stramboide (che a questo punto, visto il tipo, potrebbe anche essere una cosa volutamente priva di senso).

    Non sono d'accordo, per il semplice fatto che in Birdman esistono due tempi che sono quelli della narrazione e quello dell'inconscio del protagonista: da qui viene sanata la contraddizione tra l'esigenza del voler mostrare attraverso una telecamera che abbracci la complessità dell'insieme e una poetica incentrata invece sul tempo della coscienza che è estremamente soggettivo e che altera il continuum (si spiegano anche gli enormi "voli pindarici" in cui lui immagina di essere il suo alter ego e compiere imprese "eroiche", la componente "onirica", trasognante del film e l'impressionante realismo che a volte scade anche nel guazzabuglio con i personaggi di contorno.

    Inarritu inoltre è un regista particolarmente legato all'idea delle vite intrecciate e dei tasselli che si rincorrono a formare un unico puzzle: prima di approdare a questo tipo di cinema, aveva provato altri esperimenti stilistici in cui era sempre il tempo ad essere manipolato, ma attraverso sguardi diversi sul mondo e persone molto distanti tra loro.

    Sì, per carità, ma in questo messaggio specifico non sto tanto criticando le scelte stilistiche ma le argomentazioni che tira fuori in questa intervista.
    Comunque, quali che siano le sue intenzioni, secondo me c'è un vincolo che non può forzare: il piano sequenza ammazza ogni pretesa legata alla soggettività. Se voleva sviluppare parallelamente sia la soggettività del protagonista che l'intreccio tra le varie vite doveva trovare un altro espediente.
    Sempre a mio modesto parere.
     
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  4. Vordb
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    E dopo il confronto Calasso-Monti tra me e Palefierro sul Birdman di Inarritu, aggiorno questo splendido Thread con l'ultimo film che ho visto: French Connection di Cèdric Jimenez

    Video

    l'opera seconda del regista francese risente dell'influenza di Scorsese. Pochi fronzoli e scelte autoriali che si fanno sentire fin da subito con una fotografia dalle tonalità calde e ambientazione sul finire degli anni 70' inizi anni 80' (colonna sonora a tema).

    La French non è soltanto la mafia che colpì in quegli anni Marsiglia, ma anche la scelta di vita cui sarà chiamato il giudice protagonista (Jean Dujardin). Ispirato alla storia di quel Pierre Michel, considerato unanimemente eroe nazionale (alla stregua dei nostri Falcone e Borsellino) che lottò contro il crimine organizzato e specializzato nello spaccio di stupefacenti, il film entra nel profondo della vita del protagonista, tracciando un profilo dei suoi affetti e delle sue relazioni. Interessanti anche gli accenni al cambiamento politico che stava vivendo la Francia in quegli anni, con l'elezione di Mitterand Presidente. Voto: 7,5
     
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  5. Cecilia22
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    Natale col Boss!
     
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    10 Cloverfield Lane (2016)



    lo visto in streaming...mi è piaciuto tantissimo specialmente l'attrice Winstead :wub:
    consiglio di vederlo a tutti è un thriller
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    31 l'ho visto domenica. Mi aspettavo qualcosa di meglio.
     
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    Non c stann i sold evvé ? :D

    Ieri mi sono visto Warrior del 2011. Film sulle MMA.
    Mi aspettavo la solita schifezza tutte botte e storie d amore.....ed invece é stato davvero un gran bel film.
    Vedetevelo.
     
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    Lo visto ieri notte è un film della Netflix di fantascienza,horror,thriller. Non so se voi lo avete visto. A me è piaciuto tantissimo ;)
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    CITAZIONE (AndrosCelsum @ 11/2/2018, 20:28) 
    Ho intenzione di vederlo pure io uno di questi giorni

    te lo consiglio è molto bello poi gli attori che hanno messo in questo film sono bravissimi
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