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Palefierro.
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Nelle prime pagine ci sono solo poesie, poi è naturale che andando avanti negli anni, la discussione esiste da 9 anni, è sempre più difficile trovarne di nuove, si corre il rischio di ripetere sempre le stesse, perciò si è allargato il discorso anche agli aforismi, che sono un concentrato del pensiero di quello che è comunque un poeta...
Grazie!. -
Palefierro.
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Io amo la poesia, ma non l' ho mai coltivata tantissimo perchè ho molti interessi e molti impegni, e la poesia richiede una bella attenzione, a mio parere.
Tuttavia, per quel po' che conosco, ho le idee abbastanza chiare: penso di poter dire che le mie poesie preferite sono "La preghiera" di Ungaretti, "Il viaggio" di Baudelaire e "I limoni" di Montale.
Ma visto che si tratta di autori molto famosi, che si studiano anche a scuola e che si trovano facilmente in libreria ma anche su internet, qua vi propongo qualche cosa di un contemporaneo ancora poco noto ma che a me non dispiace affatto, Paolo Sentinelli:CITAZIONECanto muliebre della redenzione
Eccomi qua, seduta a contare le stelle
degli alberghi del centro di Roma
(non distrarmi, se no
devo ricominciare).
Non è facile immaginare una vita migliore,
nei viali riarsi dai motori e dai ladri
la ragione ce l' ha
chi possiede un furgone.
Ma io non so dire di no al mio parroco indiano
che ogni domenica mi vuole a cantare
(ho una voce però
ogni tanto stonata)
Oggi sarai con me in ParadisoCITAZIONEReverie
Ecco, ti lascio i miei soldi,
i miei libri, gli armadi,
i pensieri occultati,
la teiera che fischia
quando scende la sera
e ci ricorda che abbiamo perso.
Parto. Ho assunto qualcuno
che gestisca gli affari:
un postino efficiente
che porti ai vicini
gli auguri di Natale,
una catechista che m' insegni a vivere.
Ieri sorseggiavo del vino,
sul terrazzo, e guardavo
una sposa sorridere
allo sposo e al fotografo:
celebravano insieme
la sacralità di un ristoranteCITAZIONERetrogusto
L' antiquario sorrideva ai passanti;
ecco la scrivania di mio zio,
venite a comprarla,
guardate che intarsi:
senza dubbio fine Ottocento.
Ne bevve d' inchiostro,
seduto, la sera,
e la candela che tremava
sui versi d' amore.
Quante parole da collezionista
chiuse dentro un cassetto!
Ma plus grande deference
pour vous, madame,
se volete accendeteci il fuoco.
Ne ha alzate di gonne,
la mano veloce,
e la lingua che tremava
sui versi d' amore.CITAZIONENon incontro più
(sono morte o hanno
comprato una lavatrice?)
quelle donne campestri
con i panni in testa
venire su dal fontanile
e aggirarsi tra le rovine.
E poi la mia preferita:CITAZIONESe potessi parlare, vi direi Amen. -
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Palefierro.
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Una delle mie poesie preferite:
La preghieraCITAZIONECome dolce prima dell’uomo
Doveva andare il mondo.
L’uomo ne cavò beffe di demòni,
La sua lussuria disse cielo,
La sua illusione decretò creatice,
Suppose immortale il momento.
La vita gli è di peso enorme
Come liggiù quell’ale d’ape morta
Alla formicola che la trascina.
Da ciò che dura a ciò che passa,
Signore, sogno fermo,
Fa’ che torni a correre un patto.
Oh! rasserena questi figli.
Fa’ che l’uomo torni a sentire
Che, uomo, fino a te salisti
Per l’infinita sofferenza.
Sii la misura, sii il mistero.
Purificante amore,
Fa’ ancora che sia la scala di riscatto
La carne ingannatrice.
Vorrei di nuovo udirti dire
Che in te finalmente annullate
Le anime s’uniranno
E lassù formeranno,
Eterna umanità,
Il tuo sonno felice.
Giuseppe Ungaretti. -
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Êccentrico ë PrêcipitÕšõ.
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Me sceto 'a matina
cu ll'uocchie te cerco addò staje; duorme ...
vicino a me a suonno chino
te guardo: si bella!
Cu st'uocchie 'nchiuse,
cu stu pizzo 'a riso
si tale e quale a n' angelo
che sonna 'o paraviso.
Essa - Antonio de Curtis.
(IMG:http://i62.tinypic.com/vra73p.jpg)
questa del dipinto sono io...è incredibile...solo più bionda
barbarella lo sai che ho un debole per i capelli rossi...
quindi il dipinto è stupendo così...
poi tu sei uguale al dipinto?.....che fai stasera hahahahaha
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Êccentrico ë PrêcipitÕšõ.
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ufficialmente allora sono innamorato di barbarella ahahhah
a che ora passo stasera ???
hi hi hi. -
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.Il testo della poesia ”Ride la gazza, nera sugli aranci” di Salvatore Quasimodo.
Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno:
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.
(IMG:http://www.si24.it/wp-content/uploads/2014...e-parafrasi.jpg)
che meraviglia ,non la conoscevo...
Non c'entra niente con le poesie, ma ho trovato stupendo questo commento...
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Sono legatissimo a questa poesia.
If- Kipling
«
If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too:
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise;
If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim,
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same:
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools;
If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss:
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: "Hold on!"
If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much:
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And—which is more—you'll be a Man, my son!
»
Se-Kipling
«
Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
». -
Êccentrico ë PrêcipitÕšõ.
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Andare a caccia di ricordi non è mai un bell'affare. Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere.
Giorgio Faletti
(IMG:https://fbcdn-sphotos-e-a.akamaihd.net/hph...440362510_n.jpg)
sai cosa è successo a me nel tempo....come forma di difesa....personale....i ricordi belli ....sono diventati bellissimi e indelebili riesco sempre a catturarli....mentre quelli brutti sono diventati alquanto edulcorati nel ricordo....fanno male ....ma li ricordo con uno sfondo di dolcezza amara....almeno penso .... li ho vissuti mi hanno fatto male ma oggi il tempo è passato e tutto ha avuto un suo percorso...e sono qui dentro di me ...ed oggi qui...a ricordarli...
almeno in questo modo sono riuscito ad esorccirzarli in qualche modo....di mio padre ... penso sempre che è li davanti alla porta che mi aspetta sorridente un pò come nella poesia di ivan graziani lugano addio...
Ed io pensavo a casa mio padre fermo sulla spiaggia, (io lo immagino sull'uscio della porta che mi aspetta)
le reti al sole i pescherecci in alto mare,
conchiglie e stelle le bestemmie e il suo dolore.. -
Palefierro.
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La pioggia nel pineto è una lirica composta fra luglio e agosto 1902 da Gabriele D'Annunzio che con grande abilità crea una sequenza sonora, attraverso l’uso della lingua e della retorica, che richiama ed esalta il ritmo della pioggia sulla vegetazione. Regala così un'immagine raffinatissima e suggestiva di un'atmosfera naturale che provoca un susseguirsi di sensazioni uditive, visive, olfattive e tattili. La poesia, infatti, è una sinfonia musicale perché il poeta sceglie le parole non tanto per il loro significato quanto per il loro suono, per creare la suggestione di una musica. La natura accoglie i due protagonisti, il poeta ed Ermione (Eleonora Duse) e li avvolge fino a provocare in loro una metamorfosi che li porta a perdere l'umanità per trasformarsi in elementi vegetali, ritrovando finalmente se stessi.
(IMG:www.caffeinamagazine.it/images/new/2/pineto2.jpg)
La pioggia nel pineto
di Gabriele D'Annunzio
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
Bellissima, comunque hai messo la foto di un abete, l'unica pianta non citata da D'Annunzio, ahahah!.