Napoli-Cremonese 91’

Ieri sera, dopo la partita con l'Inter, io e mio fratello abbiamo compiuto la via dell'espiazione dalle facili euforie, riguardandoci il campionato di Gattuso. Oltre va beh... a dover intervallare la visione di ogni partita con una di quelle di quest'anno, per "sciacquarmi" gli occhi ed evitare di andare in iperventilazione, ho notato una cosa che poco viene sottolineata: la tranquillità di questa squadra di gestire il risultato e la consapevolezza che prima o poi la partita sarà sbloccata. L'episodio, in particolare, che mi ha scatenato questa riflessione è stata la reazione di Mertens al gol di Faraoni in QUELLA maledetta partita, dove, malgrado mancassero più di 20 minuti per tranquillamente tornare in vantaggio, si mise la mano tra i capelli e aveva una faccia stravolta, manco avessero pareggiato a 10 secondi dal fischio finale. E prima che si scatenino le solite polemiche e benaltrismi, a dire che faccio questo esempio solo perché odierei Gattuso, ricordo del terzo anno di Sarri un Napoli-Roma che perdemmo abbastanza miseramente, e che fu il primo passo decisivo per il fallimento di quell'annata, dove passammo nel giro di 20 minuti da un 1-0 a 1-2, senza mai riuscire mentalmente a riprenderci e buttandoci in maniera caotica e ansiogena in avanti alla ricerca disperata di un gol arrivato solo dopo averne presi altri due nel frattempo.

Per confronto guardo, invece, la partita di domenica, sbloccata senza problemi dalla giocata di un fenomeno contro una Cremonese che aveva abbastanza rotto le palle fino a quel momento, e avrebbe messo in difficoltà chiunque. Penso alla partita di La Spezia che, malgrado abbiamo sbloccato per un episodio parecchio casuale e fortunoso, abbiamo saputo gestire alla perfezione senza la minima sbavatura difensiva e lavorando ai fianchi dell'ossessivo difensivismo provinciale di Gotti. Penso a partite come con Roma e Milan, dove ti ritrovi un avversario che ti fa la partita della vita, quel genere di gara che abbiamo sempre sofferto e quasi sempre abbiamo sempre perso, e dove vieni raggiunto nel risultato, e arrivi quasi ad accontentarti del pareggio; e invece che succede? Arriva Simeone, l'attaccante con minore minutaggio rispetto agli altri, che entra e tranquillissimo segna e, col resto della squadra, va a prendersi la vittoria

È roba che fa godere e che, soprattutto, è determinante avere la consapevolezza che la tua squadra ha il potenziale e la consapevolezza che prima o poi la gara riesce a sbloccarla, e che anche la partita più complicata, dove anche si parte in svantaggio, è una questione di minuti prima di poterla ribaltare e portare a casa, anche sapendo soffrire. Se non ci tenessi alla mia cauta e sacra scaramanzia mi permetterei anche di dire con certezza che questo è quello che permette ad una squadra di vincere il proprio campionato.