CRISI UCRAINA

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  1. Drago_Nero
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    Crisi Ucraina, tensione Usa-Mosca: Kerry minaccia Lavrov



    L'Onu, attraverso il suo segretario Ban Ki Moon, ha lanciato un appello alla calma e al dialogo

    07:12 - Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha parlato al telefono con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e lo ha avvertito che se la Russia non prenderà "misure per ridurre la tensione nell'Ucraina orientale e non ritirerà le sue truppe dal confine" dovrà affrontare "ulteriori conseguenze". Lo rende noto il Dipartimento di Stato. L'Onu, attraverso il suo segretario Ban Ki Moon, ha lanciato un appello alla calma e al dialogo.
    Nel corso del colloquio telefonico, Kerry ha espresso "profonda preoccupazione" che gli attacchi delle ultime ore delle milizie nell'Ucraina dell'Est siano stati "orchestrati", riferisce ancora il Dipartimento di Stato, aggiungendo che militanti nell'Ucraina orientale "erano equipaggiati con armi russe e con le stesse uniformi indossate dalle forze russe che hanno invaso la Crimea".

    fonte: www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014/...v_2039003.shtml

    Ucraina, filo-russi irrompono in sede della polizia a Donetsk



    12 aprile 2014 15.26

    Donetsk, 12 apr. (TMNews) – Circa 200 manifestanti filo-russi armati di bastoni hanno fatto irruzione nel quartier generale della polizia a Donetsk, nell’est dell’Ucraina. Stando a quanto riportato da un giornalista della France presse, i dimostranti non hanno incontrato alcuna resistenza.

    Poche decine di agenti delle forze anti-sommossa, inviate per protegggere l’edificio, sono stati visti con indosso nastri di colore arancione e nero, simbolo del sostegno al governo russo.

    A Donetsk, capitale industriale dell’Est ucraino, il 7 aprile scorso i militanti filo-russi avevano già preso il controllo della sede dell’amministrazione regionale. (fonte Afp)

    Questa è una notizia dell’agenzia TMNews. www.internazionale.it/news/tmnews/2...izia-a-donetsk/

    Armed Men Seize Police Station in Ukraine

    www.youtube.com/watch?v=36oy1dwmSKo

     
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  2. Drago_Nero
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    Ukraine's Slavyansk under siege as Kiev orders crackdown on protests



    There are reports from the scene of a gunfight in the city of Slavyansk in eastern Ukraine, where anti-government protesters seized several buildings. It comes after Kiev announced an “anti-terrorist operation” against the protesters.

    Helicopters are flying over the defiant city in the Donetsk region. They aircraft are Ukrainian, judging by two white markings on their tails painted on all Ukrainian military hardware to distinguish them from Russian ones of the same design. Armored infantry vehicles have been also spotted near the city.

    Local residents said several transport helicopters landed at an old airfield some 5 kilometers from the town center. Troops wearing black uniforms disembarked and went toward Slavyansk.

    The shooting reportedly started at a checkpoint, which was established by protesters Saturday evening on the outskirts of the city.

    At least three people, including one civilian, have been injured in the fighting and have been taken to the local hospital, some reports claim.

    Approaches to the city have been blocked by uniformed troops besieging the city, RIA Novosti reported. Local bus services from the city have been canceled due to the blockade, Itar-Tass reported.

    The protesters at the Slavyansk police station, which was the first building they captured on Saturday, are preparing to fend off a siege, LiveNews reports from the scene. The building has been reinforced with barricades over the past 24 hours.

    Coup-appointed Interior Minister Arsen Avakov on Sunday has announced an “anti-terrorist operation” in the city of Slavyansk, eastern Ukraine, where anti-Kiev activists seized several governmental buildings on Saturday. He made the announcement on his Facebook page, which he regularly uses to report on his ministry’s activities.

    As the confrontation was under way in Slavyansk, Avakov said that civilians in the city should remain indoors and away from windows.

    Avakov already announced “zero-tolerance policy towards armed terrorists” in Slavyansk and the deployment of anti-terrorist troops in the city on Saturday morning. However no action materialized, as security troops reportedly refused to follow an order to attack protesters.

    Russia has warned that if Kiev uses force against anti-Maidan protests in eastern Ukraine, this would undermine the effort to convene a four-party conference on resolving the crisis in the country, which would include the US, the EU, Russia and Ukraine.

    fonte: http://rt.com/news/eastern-ukraine-violenc...UrmIStU.twitter
     
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  3. Drago_Nero
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    La NATO accelera le attività contro la Russia per giustificare la propria esistenza



    Andrej Akulov Strategic Culture Foundation 12/04/2014

    Questa settimana la NATO segna un triplice anniversario: i 15 anni dell’adesione all’alleanza di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca; i 10 anni dell’adesione di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia e i 5 anni di Albania e Croazia. È il momento in cui la NATO sembra trovare una giustificazione alla propria esistenza. Ecco dove la crisi in Ucraina aiuta…
    Parlando l’8 aprile a Parigi, il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha detto che ulteriori interventi della Russia in Ucraina avrebbero “gravi conseguenze” sulle relazioni di Mosca con la NATO e “isolerebbero ulteriormente la Russia a livello internazionale“. Rasmussen ha invitato la Russia a ritirare ciò che ha descritto come “decine di migliaia” di soldati ammassati sul confine ucraino. “Abbiamo attuato i piani per garantire la difesa e la protezione dei nostri alleati“, ha detto. “È evidente che l’evoluzione della situazione della sicurezza in Ucraina e alle sue frontiere rende necessario rivedere i nostri piani di difesa e rafforzare la nostra difesa collettiva“. Ha detto che la NATO esamina l’accordo di cooperazione (Atto istitutivo del 1997) con la Russia e la successiva dichiarazione di Roma del 2002 che impediva alla NATO la creazione di basi in Europa orientale e centrale. I ministri degli Esteri dell’alleanza decideranno a giugno. “Queste decisioni saranno influenzate dalla situazione in Ucraina e dal comportamento russo“, ha detto Rasmussen. (1) Il 9 aprile, il generale dell’US Air Force Philip Breedlove, comandante del comando europeo degli Stati Uniti e comandante supremo alleato in Europa (SACEUR) delle NATO Allied Command Operations, ha detto all’Associated Press (2) che i prossimi piani della NATO prevedono la mobilitazione delle truppe statunitensi. Secondo il generale, non “escluderebbe il coinvolgimento di alcuna nazione, inclusi gli Stati Uniti.” “Essenzialmente ciò che prevediamo è un pacchetto di misure terrestri, aeree e marittime per fornire sicurezza ai nostri alleati orientali“, ha detto Breedlove. “Ho il compito di deciderlo entro la prossima settimana. Intendo adottarlo pienamente e presto”, ha osservato. Le sue parole facevano eco al capo della difesa degli Stati Uniti. Parlando alla CNN, il 9 aprile, il segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel ha detto, “Siamo sempre vigili e guardiamo sempre le opzioni da prendere“. (3) L’assistente del segretario alla Difesa Derek Chollet, testimoniando alla Commissione Forze Armate della Camera l’8 aprile, ha detto che gli Stati Uniti “riesaminano le loro forze in Europa e le nostre esigenze in schieramenti futuri, esercitazioni e formazioni nella regione“. (4) Non ha specificato quale riesame potrebbe comportare quando il Pentagono affronta tagli di bilancio e cerca di ridispiegare parte delle proprie risorse nella regione Asia-Pacifico nell’ambito della strategia del pivot. Tutti questi funzionari degli Stati Uniti non avrebbero fatto tali dichiarazioni minacciose, ovviamente, se non avessero almeno un’opzione sul tavolo. Il giorno dopo la decisione della NATO di porre fine alla cooperazione con la Russia, l’8 aprile la Süddeutsche Zeitung, il maggiore quotidiano per abbonamento tedesco, per dirla chiaramente ha affermato che “la NATO ora vede nella Russia un nemico“. Ha intenzione di attuare il messaggio o è solo una dichiarazione raffazzonata?
    I tamburi di guerra si sentono negli USA
    I repubblicani della Camera USA chiedono al Pentagono di rivedere la sua strategia. Ad esempio, il presidente del Comitato Forze Armate della Camera Buck McKeon ha presentato, l’8 aprile, una legge volta a stimolare la postura e le capacità di militari degli Stati Uniti in Europa per contrastare “l’aggressione russa all’Ucraina e agli alleati della NATO“. Il disegno di legge, sostenuto dai repubblicani Mike Turner e Mike Rogers, chiede che gli Stati Uniti sospendano l’attività militare con la Russia e forniscano consulenze militare e assistenza tecnica all’Ucraina. I repubblicani hanno criticato il Quadrennial Defense Review, documento strategico recentemente pubblicato dal dipartimento della Difesa per, tra le altre cose, menzionare appena la Russia. Derek Chollet, assistente del segretario alla Difesa per la sicurezza internazionale, ha detto che “non pensiamo di riscrivere il QDR” ma le azioni della Russia spingeranno gli USA a riesaminare la presenza di truppe in Europa. (5) Vi sono voci che chiedono l’espansione della NATO. I senatori John McCain e Lindsey Graham raccomandano d’accrescere “cooperazione e sostegno a Ucraina, Georgia, Moldova e agli altri partner non-NATO“. McCain e Graham esortano l’espansione della NATO in Georgia e Moldavia. L’iniziativa in politica estera ha raggruppato 56 star neoconservatrici a sostegno del Membership Action Plan della Georgia e dell’adesione di Finlandia, Svezia, Ucraina e “altri partner europei della sicurezza“. Un gruppo di 40 membri del Congresso ha chiesto l’ammissione di Macedonia e Montenegro, e infine del Kosovo, avanzando “la prospettiva dell’adesione di Georgia e Bosnia-Erzegovina” e continuando la “stretta collaborazione… con altri Paesi dell’Europa centrale e orientale che vogliono relazioni più strette con Stati Uniti e NATO“.
    La NATO intensifica le attività militari
    Tra le crescenti tensioni in Ucraina, il governo polacco ha confermato che le esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti continueranno a giugno con l’arrivo di altri caccia F-16. Secondo la radio polacca (6) del 10 aprile, aerei da rifornimento saranno inviati in Polonia dal Regno Unito, nello stesso periodo. “Ciò mostra il forte impegno degli alleati e la visibile presenza degli Stati Uniti“, ha detto al notiziario TVN24 il ministro della Difesa Tomasz Siemoniak. “Ci sforziamo di assicurare che le lezioni della crisi (russo-ucraina) portino alla duratura presenza della NATO in Oriente“, ha aggiunto. Alla domanda sulla disponibilità della NATO ad intervenire in caso di attacco contro uno suo Stato membro, Siemoniak ha detto che “queste forze sono pronte ad un intervento immediato“. Il ministro ha osservato che 18 jet da combattimento F-16 degli Stati Uniti saranno dislocati in una base aerea di Lask, Polonia centrale, dove gli Stati Uniti e le forze armate polacche collaborano da oltre un anno e mezzo. “Per diverse settimane c’erano 12 aerei F-16 ed aerei da trasporto“, ha detto il ministro della Difesa aggiungendo che le forze della NATO nella regione sono interessate ad “attività a lungo termine che potrebbero durare anni o decenni“, anche se ha riconosciuto che un tale accordo non può essere concluso “in pochi giorni“. Nel frattempo l’USS Donald Cook e la nave-spia francese Dupuy de Lome sono nel Mar Nero. L’USS Donald Cook è la terza nave da guerra statunitense inviata nel Mar Nero. A febbraio, gli Stati Uniti hanno inviato la fregata USS Taylor nelle acque del mare per garantire la sicurezza dei Giochi Olimpici di Sochi. Il mese scorso, l’USS Truxtun aveva attraversato il Bosforo per condurre esercitazioni congiunte nel Mar Nero con Bulgaria e Romania. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha già detto che la presenza di navi statunitensi nel Mar Nero ha superato il limite della convenzione. Le precedenti visite navali statunitensi nel Mar Nero avvenivano nell’arco di mesi.
    Le aeronautiche di NATO e Partenariato per la Pace hanno appena terminato le esercitazioni offensive e difensive in Olanda nell’ambito delle manovre Frisian Flag. L’esercitazione olandese, nella base aerea di Leeuwarden, s’è svolta dal 31 marzo all’11 aprile 2014. Circa 50 aerei hanno partecipato alla missione. I jet della NATO parteciperanno ai pattugliamenti aerei nella regione, dopo l’esercitazione che gli analisti dicono aver assunto ulteriore significato per la crisi. Diversi membri dell’alleanza, tra cui Regno Unito, Stati Uniti e Francia hanno offerto altri aerei militari. Gli Stati Uniti hanno aggiunto sei F-15C in Lituania e una dozzina di F-16 e 300 truppe in Polonia, e previsto ulteriori forze per le esercitazioni in Polonia e Paesi baltici, aumentando i voli d’intelligence in Polonia e Romania. Nella riunione di marzo, la NATO ha ordinato lo studio di misure per sostenere i membri dell’alleanza dell’Europa orientale, tra cui l’invio di altre truppe e attrezzature sul posto, ulteriori esercitazioni militari, miglioramento della forza di rapido dispiegamento e revisione dei piani militari. Il comandante dell’alleanza generale Philip Breedlove ha detto che le opzioni per tale “pacchetto di assicurazione” include l’aumento delle potenza aerea e delle navi nel Mar Baltico, la creazione di una forza navale nel Mar Nero e il dispiegamento dal Texas di una brigata di 4500 effettivi dell’esercito. Ma gli europei orientali vogliono altro ancora. Il ministro della Difesa polacco Tomasz Siemoniak ha insistito: “Gli Stati Uniti devono aumentare la propria presenza in Europa centrale e orientale, anche in Polonia“. Il presidente della Romania Traian Basescu ha citato “la necessità di riposizionare maggiori risorse militari della NATO” in Romania. L’ambasciatore alla NATO dell’Estonia, Lauri Lepik, ha dichiarato: “ciò che i Paesi baltici vogliono è la presenza sul campo degli alleati”. Un ex-ministro lettone ha detto all’Economist: “Vorremmo vedere un paio di squadroni statunitensi qui, soldati e anche una portaerei“. (7) Tutti questi passaggi sono una chiara violazione del Trattato del 1997 sulla cooperazione NATO-Russia, incrementando le proprie forze in Europa orientale, la NATO ha promesso di rafforzare la difesa collettiva piuttosto che l’ulteriore stazionamento permanente di sostanziali forze da combattimento in basi regolari.
    La Russia chiama alla ragione
    Il Ministero degli Esteri russo ha detto che Ucraina e Stati Uniti non hanno “alcun motivo di preoccupazione” per la presenza accresciuta di forze nella regione, e che “la Russia ha ripetutamente dichiarato che non conduce attività insolite o non pianificate militarmente significative sul proprio territorio al confine con l’Ucraina“. Le autorità russe considerano le accuse del segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen contro Mosca un tentativo di rafforzare l’importanza dell’alleanza, ha detto il ministero degli Esteri russo in un commento sul suo sito del 10 aprile (8). “Le continue accuse del segretario generale contro di noi suggeriscono che l’alleanza stia cercando di usare la crisi in Ucraina per “consolidare le fila” di fronte a minacce immaginarie presumibilmente rivolte contro Paesi della NATO, come pure di rafforzare l’importanza dell’alleanza nel 21° secolo“, dice la nota. Le recenti dichiarazioni del segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen sulla situazione in Ucraina, così come il doppio standard dell’alleanza in Crimea, ostacolano la riduzione delle tensioni, ha detto il Ministero degli Esteri russo. La Russia nega le accuse d’ingerenza in Ucraina e ha detto che vorrebbe dei colloqui sulla crisi politica ucraina coinvolgendo Stati Uniti, Unione Europea e “tutte le forze politiche in Ucraina”. La riunione di aprile dei capi degli Esteri della NATO ha dimostrato che i sostenitori dell’escalation hanno il sopravvento nell’alleanza. Truppe e forze aeree vengono concentrate in prossimità dei confini russi. La presenza e le attività militari vengono intensificate con la scusa delle esercitazioni. L’alleanza avanza accuse infondate su un’imminente invasione dell’Ucraina dalla Russia come pretesto per ammassare forze in Europa orientale ed elaborare piani di guerra contro la Russia. La politica estera antirussa si acutizza nello spazio post-sovietico, in particolare in Ucraina, Moldova e Georgia. La NATO approfitta della situazione in Ucraina per giustificare la sua ragione d’essere, comprese le sue spese militari pari alla metà della spesa militare mondiale e superiore di decine di volte a quelle della Russia. I piani comporteranno la militarizzazione dell’Europa. L’escalation aggressiva della NATO minaccia la guerra tra NATO e Russia, una grande potenza militare nucleare. La minaccia di un disastro incombe.

    La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation.

    Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
     
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  4. Drago_Nero
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    Ucraina, operazione antiterrorismo a Sloviansk



    Washington avvisa Mosca: "Se non cala tensione, ulteriori conseguenze". Joe Biden il 22 aprile a Kiev

    13 aprile 2014

    KIEV - Un'"operazione antiterrorismo è iniziata a Sloviansk" città dell'est dell'Ucraina, dove ieri uomini armati filo-russi hanno preso edifici dei servizi di polizia e di sicurezza. Lo ha annunciato il ministro degli Interni ucraino, Arsen Avakov, sulla sua pagina Facebook. Sono in azione anche elicotteri militari.
    Ucraina, sulle barricate di Sloviansk: i filorussi si preparano a resistere

    Avakov non ha fornito ulteriori dettagli mentre messaggi sui vari social network riferiscono di sparatorie nella città, ma senza trovare al momento conferme. Ieri sera il ministro aveva denunciato una "aggressione" russa, dopo la serie di attacchi ad edifici delle forze di sicurezza nella città russofona dell'Ucraina orientale, al confine con la Russia. Ieri sera il Consiglio di Sicurezza ucraino si è riunito per più di tre ore, in seguito agli attacchi nell'est, ma nessuna decisione è stata ufficialmente annunciata al termine dell'incontro.

    Kerry a Lavrov: "Ulteriori conseguenze". Un nuovo avvertimento arriva dall'America a Mosca: il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avvertito il ministro degli Esteri russo, Serghey Lavrov, che se Mosca "non prenderà misure per ridurre la tensione non ritirerà le sue truppe dal confine" dovrà affrontare "ulteriori conseguenze". Il monito è stato lanciato in una telefonata di cui ha dato notizia il Dipartimento di Stato Usa. Kerry ha espresso "profonda preoccupazione" per il fatto che gli attacchi dei miliziani filo-russi nell'est appaiono "orchestrati" visto che sono stati condotti "con armi russe e indossando le stesse uniformi usate dalle forze russe che hanno invaso la Crimea". Intanto la Casa Bianca ha reso noto che il vicepresidente americano, Joe Biden, si recherà il 22 aprile a Kiev per esprimere il sostegno di Washington al governo ucraino.

    Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha lanciato un appello ad "abbassare la tensione in Ucraina", avviando il dialogo. Il numero uno delle Nazioni Unite si è detto "molto preoccupato" per "i rischi crescenti di scontri violenti" e ha invitato "tutte le parti coinvolte a adoperarsi per abbassare la tensione e far rispettare lo Stato di diritto, esercitando la massima moderazione". "L'Onu", ha assicurato Ban, "è pronta a sostenere una soluzione pacifica della crisi".

    fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/13/news/ucraina_operazione_antiterrorismo_a_sloviansk-83473376/?rss
     
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  5. Drago_Nero
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    Ucraina, due morti e 5 feriti nell'est. Washington minaccia nuove sanzioni



    A Slaviansk operazione antiterrorismo, almeno due vittima. Kerry chiama Lavrov dopo l'occupazione di palazzi governativi nell'est russofono Paese. Scontri a Krasnyi Lyman e a Kramatorsk. Ban Ki-moon invita al dialogo e alla "massima moderazione"

    Tensioni nell'Est del paese (LaPresse)

    13 aprile 2014

    Ci sono due morti, un agente ucraino e un attivista filorusso e cinque feriti negli scontri a Slaviansk. Nella città dell'Ucraina orientale è in corso un'"operazione antiterrorismo" contro gli insorti armati filo-russi. Intanto il governo ucraino ha invitato gli abitanti a non lasciare le loro case per sicurezza.

    Sul fronte diplomatico, il segretario di Stato americano ha avvertito il suo omologo russo su eventuali conseguenze, misure che arriverebbero se la Russia non cercherà di smorzare la tensione nell'Ucraina orientale.

    Nel corso di una telefonata, John Kerry, ha espresso a Sergei Lavrov, "la profonda preoccupazione che gli attacchi delle ultime ore delle milizie nell'Ucraina dell'est siano stati orchestrati". L'accusa è che ci sia la Russia dietro questa nuova escalation di violenze. "I militanti -sottolinea il segretario di Stato americano- erano equipaggiati con armi russe e con le stesse uniformi indossate dalle forze russe che hanno invaso la Crimea". Intanto la Casa Bianca ha avvertito che il vicepresidente americano Joe Biden andrà a Kiev il 22 aprile "per incontri con i leader governativi e membri della società civile" ucraina.


    Il segretario Generale della Nato interviene per chiedere alla Russia dei passi concreti per una de-escalation della tensione. "La Russia affronta una scelta: smettere di incolpare gli altri per le proprie azioni, ritirare le truppe, rimettersi in linea con gli obblighi internazionali e iniziare a ricostruire la fiducia altrimenti -avverte Rasmussen - affronterà solo un isolamento internazionale più profondo". La credibilità internazionale della Russia, continua Rasmussen, è a brandelli "la Russia ha annesso la Crimea con la canna del fucile, in violazione a tutti gli impegni internazionali".


    Arriva anche l'appello del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, a tutti i protagonisti della crisi ucraina a "usare la massima moderazione" e a dialogare per abbassare la tensione. Dicendosi "molto preoccupato di fronte ai rischi crescenti di scontri violenti", Ban ribadisce: "Le Nazioni unite sono pronte a sostenere una soluzione pacifica della crisi attuale in Ucraina".

    Non c'è solo Slaviansk come fronte caldo ucraino. Separatisti filorussi hanno assaltato e preso il controllo del quartier generale della polizia a Kramatorsk, nella regione orientale e russofona di Donetsk. Il blitz è stato compiuto da una ventina di uomini con le medesime divise che hanno aperto il fuoco nel comando. Sembra insomma ripetersi lo "schema Crimea": stesse divise anonime senza mostrine e senza distintivi, secondo alcuni le milizie di autodifesa, come si fanno chiamare, hanno anche le stesse armi. A Donetsk, dove i palazzi del governo sono ancora occupati, i manifestanti filorussi hanno preso il controllo del quatier generale della polizia. A Lugansk è occupata la sede dei servizi segreti, secondo alcuni testimoni i filorussi sarebbero armati di kalashnikov.

    - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...h.t3vm0ngK.dpuf
     
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  6. Drago_Nero
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    Putin chiede a Ban condanna blitz Kiev



    (ANSA) - MOSCA - Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto martedì al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon di aspettarsi "una chiara condanna" da parte della comunità internazionale contro il blitz militare di Kiev. In un colloquio telefonico, Ban ha espresso "allarme per la situazione altamente incendiaria nell'Ucraina orientale" e ha detto che l'aggravarsi della crisi "danneggia profondamente" tutte le parti in causa e che va fatto ogni sforzo per disinnescare la situazione. "Allarme per la situazione altamente incendiaria nell'Ucraina orientale" e' stato espresso da Ban Ki Moon. Ban ha detto che l'aggravarsi della crisi "danneggia profondamente" tutte le parti in causa e che va fatto ogni sforzo per disinnescare la situazione. Secondo il Cremlino, Putin ha detto da parte sua di aspettarsi "una chiara condanna" della comunità internazionale contro il blitz militare di Kiev di queste ore. (ANSA).
     
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  7. Drago_Nero
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    Ucraina: blindati con bandiere russe a Kramatorsk. Putin a Merkel: "Rischio guerra civile"



    KIEV - Mezzi blindati che innalzano bandiere russe sono arrivati a Kramatorsk, in Ucraina orientale, nella regione di Donetsk sconvolta dal conflitto tra Kiev e i separatisti filorussi, per poi raggiungere Sloviansk. A Kramatorsk i filorussi mantengono ancora il controllo del municipio, del commissariato e della sede locale dei servizi segreti. Ieri è iniziata l'operazione 'antiterrorismo' a nord della regione di Donetsk contro i filorussi. Negli scontri, ci sarebbero state almeno 4 vittime.
    Ucraina, a Est blindati con bandiere russe

    Circa 20 manifestanti filorussi armati di kalashnikov hanno occupato oggi il municipio della città di Donetsk. Gli uomini, che non hanno incontrato alcuna resistenza da parte degli addetti alla sicurezza dell'edificio, hanno dichiarato che la loro unica richiesta è quella di indire un referendum regionale per trasformare l'ucraina in uno stato federale con poteri locali più ampi.

    I filorussi hanno rapito due militari ucraini nella regione di Lugansk, a Krasni Luch. Si tratta di un ufficiale e di un soldato di leva, catturati mentre stavano riparando l'auto su cui viaggiavano.

    La tensione non si allenta e ieri, nel corso di una telefonata con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente russo, Vladimir Putin ha ammonito che l'Ucraina è "sull'orlo della guerra civile". "Il presidente russo ha fatto notare che la brutale escalation del conflitto ha portato il paese sull'orlo della guerra civile", si legge in una nota pubblicata dal Cremlino dopo il contatto telefonico tra Mosca e Berlino. Sia il presidente russo che la cancelliera hanno "sottolineato l'importanza" dei colloqui in agenda per domani, 17 aprile, a Ginevra, esprimendo la speranza che questo incontro "possa dare un chiaro segnale per far tornare la situazione in un quadro pacifico".

    Il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ha confermato che l'incontro di domani a Ginevra tra Usa, Russia, Ue e Ucraina resta in agenda, ma ha ammonito che qualsiasi uso della forza contro i filorussi deve cessare.

    La Nato, data la situazione, ha deciso di prendere nuove misure per
    rispondere alla crisi ucraina. Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dopo il Consiglio transatlantico, ha spiegato che saranno rafforzati i "dispiegamenti via terra, aria e mare".

    fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/16...15/?ref=HREC1-4
     
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  8. Drago_Nero
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    UCRAINA / COLONNA CORAZZATA DI KIEV DISERTA E PASSA CON I SECESSIONISTI DELL’EST, SOLDATI PRIGIONIERI, ESERCITI IN CAMPO



    Odessa – Gli attivisti filo-russi hanno proclamato la “Repubblica Popolare di Odessa” nell’omonima regione dell’Ucraina sud-occidentale: l’annuncio e’ giunto sul sito on-line della comunita’ russofona. E’ la prima volta che un’iniziativa del genere viene intrapresa nel sud della repubblica ex sovietica. “A partire dalla giornata odierna, la regione di Odessa si dichiara una Repubblica Popolare, nella quale il potere e’ esclusivamente nelle mani del popolo che vive sul suo territorio”, recita il comunicato. Palese la volonta’ di emulare la proclamazione della Repubblica di Donetsk, il 7 aprile scorso, da parte della ben piu’ folta comunita’ russofona di quella regione orientale
    E intanto, una formazione corazzata dell’esercito ucraino avrebbe fatto defezione e si sarebbe unita ai separatisti filorussi nella citta’ orientale di Kramatorsk. La notizia arriva dal portale dell’emittente ucraina espreso.tv, che ha diffuso immagini dell’unita’, di cui fanno parte almeno 10 mezzi blindati, mentre attraversa la citta’ sventolando bandiere russe. “Ora la Repubblica popolare di Donetsk ha il suo esercito, i suoi para’”, ha dichiarato uno dei leader del locale movimento filorusso, Miroslav Rudenko. Secondo l’emittente una parte delle forze dispiegate da Kiev nel quadro dell’operazione antiterrorismo nell’est del paese sarebbero passate dall’altra parte.
    Una ventina di separatisti filo-russi armati con fucili kalashnikov hanno fato irruzione nell’ufficio del sindaco di Donetsk, nell’est dell’Ucraina, e l’hanno occupato. I miliziani, che non hanno incontrato alcuna resistenza dalle guardie che presidiavano l’edificio, hanno spiegato che la loro unica richiesta e’ che si tenga un referendum nella regione russofona per trasformare il Paese in una federazione che assicuri maggiori poteri alle amministrazioni locali.
    Due militari ucraini, un ufficiale e un soldato, sono stati presi in ostaggio da separatisti filo-russi a Krasny Luch, nella regione orientale di Lugansk, una trentina di chilometri a nord della frontiera con la Russia: lo ha denunciato il ministero della Difesa di Kiev, assicurando che saranno adottati tutti i provvedimenti necessari per il loro rilascio. I due si erano fermati per riparare un guasto alla propria vettura allorche’ sono sopraggiunti alcuni miliziani russofoni che li costretti a salire a bordo del loro veicolo e li hanno quindi portati via con se’, verso una destinazione ignota.
    L’Ucraina da questa mattina di fatto è caduta nella guerra civile.

    fonte:http://www.catenaumana.it/httpwww-catenaumana-itp5288/
     
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  9. Drago_Nero
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    Ucraina, tre morti e 13 feriti tra i filorussi



    Nuovi scontri nell’est del Paese. Oggi a Ginevra il vertice tra Usa, Ue, Russia ed Ucraina

    Resta tesa la situazione nell’Est dell’Ucraina dopo che il 15 aprile, Kiev ha iniziato le operazione «anti-terrorismo» per riprendere gli edifici governativi occupati da manifestanti filo-russi in diverse cittadine dell’Est ucraino. Ieri, 16 aprile, il fallimento dell’offensiva armata decisa da Kiev. I soldati spediti a riprendere l’aeroporto di Kramatorsk, senza ordini precisi, sono stati circondati da civili che protestavano e hanno abbandonato le armi decidendo di non aprire il fuoco. Nella vicina Slovyansk sorte simile per sei blindati: i militari sono stati disarmati e rimandati a casa. Ma nella notte si è sparato. Almeno tre persone sono morte e 13 sono rimaste ferite nel corso di scontri armati tra le forze di polizia ucraine e quelle dei filorussi scoppiati ieri sera e proseguiti nella notte a Mariupol, nella regione ucraina orientale di Donets. Le vittime sarebbero tutti militanti filo-russi. Oggi a Ginevra il vertice tra Usa, Ue, Russia ed Ucraina.

    SCONTRI A EST: 3 MORTI E 13 FERITI TRA I FILO-RUSSI



    Scontri armati tra le forze di polizia ucraine e quelle dei filorussi sono scoppiati ieri sera e proseguiti nella notte a Mariupol, nella regione ucraina orientale di Donetsk. Almeno tre persone sono morte e 13 sono rimaste ferite. Lo ha reso noto su Facebook il ministro degli Interni di Kiev Arsene Avakov.
    Morti e feriti, secondo Avakov, sono tutti del fronte filorusso. Secondo la sua versione, ieri sera 300 sconosciuti armati hanno assaltato la sede delle truppe del ministero dell’interno di Mariuopol, città sul Mar Nero a una trentina di chilometri dal confine con la Russia, tentando di sfondare la porta d’ingresso, lanciando bottiglie molotov e chiedendo la consegna delle armi. I militari ucraini dapprima hanno sparato in aria a scopo intimidatorio, poi hanno aperto il fuoco riuscendo a disperdere gli aggressori. Successivamente è iniziata una operazione di rastrellamento, tuttora in corso, nella quale sono state fermate 63 persone e sequestrate armi, nonchè mezzi di collegamento e telefoni di operatori russi. Sul posto sono stati inviati elicotteri e uomini dei reparti speciali Omega. (Ansa).

    TIMOSHENKO: “STATO D’EMERGENZA PER INTERVENIRE SENZA RESTRIZIONI”



    Iulia Timoshenko ha chiesto l’introduzione dello stato d’emergenza nell’Ucraina dell’est per consentire alle forze armate di intervenire senza restrizioni contro i ribelli filorussi che hanno occupato molti edifici amministrativi. Lo riferisce Interfax. Ciò comporterebbe il rinvio delle presidenziali del 25 maggio, dove è candidata.

    A GINEVRA TOCCA ALLA DIPLOMAZIA



    A Ginevra Russia, Ucraina, Usa e Ue oggi saranno al tavolo. Kiev chiederà il ritiro delle truppe russe e degli agenti segreti dalla Crimea e dal confine ucraino. Washington annuncia alla vigilia che sono pronte nuove sanzioni su Mosca. Ieri il capo del controspionaggio di Kiev ha accusato Mosca di volere un centinaio di morti negli scontri per legittimare l’invasione.

    fonte: www.linkiesta.it/operazione-antiterrorismo-ucraina
     
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  10. Drago_Nero
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    Ucraina, tre morti tra i filorussi
    La minaccia di Putin in diretta tv:
    “Spero di non dovere usare la forza”


    Nuovi scontri a Est, lo zar: “Kiev sta portando il Paese verso l’abisso»

    Ucraina, nell’Est i tank sventolano bandiera russa

    Nel municipio di Donetsk occupato dai filorussi

    È cominciata nel peggiore dei modi la giornata che, con i colloqui a quattro di Ginevra, potrebbe allentare la tensione in Ucraina. Tre miliziani filo-russi sono stati uccisi e altri 13 sono stati feriti a Mariupol, una città sul Mare di Azov nella regione di Donetsk, dove un’unità militare della Guardia nazionale di Kiev ha respinto un assalto alla sua base.
    A Ginevra, i colloqui a quattro delle diplomazie di Mosca e Kiev, con la mediazione di Usa e Ue (i primi da quando è scoppiata la crisi) sono cominciati con una girandola di bilaterali da cui però non è emerso nulla.

    L’incontro è cominciato alle 11 e proseguirà con una colazione di lavoro che vedrà seduti tutti attorno allo stesso tavolo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, il collega ucraino, Andriy Deshchytsia, il segretario di Stato Usa, John Kerry, e la responsabile della diplomazia Ue, Catherine Ashton. Sola contro tutti, paradossalmente la Russia è in una posizione di forza sul terreno e attende fiduciosa che si arrivi a una «soluzione di compromesso», come ha anticipato il presidente russo, Vladimir Putin. Ma il rischio è dell’impasse, di fronte a esigenze inconciliabili.

    Alternando bastone e carota, Putin ha parlato a lungo della crisi in Ucraina nella sua annuale maratona tv: il presidente russo ha denunciato il «grave crimine» dell’uso della forza contro i manifestanti russofoni nell’est e ha avvertito che le nuove autorità di Kiev stanno spingendo il Paese «verso l’abisso», ma ha lasciato aperta la porta al dialogo. Avvertendo che spera «molto sentitamente» di non dover mandare le truppe in Ucraina - pur avendone il «diritto», dopo il via libera ottenuto dal Senato a marzo - Putin ha ribadito che farà il possibile per aiutare la popolazione russofona a difendere i propri diritti.

    Putin ha attribuito «grande importanza» ai colloqui di Ginevra ma a suo avviso il compromesso necessario a uscire dalla crisi deve essere trovato «all’interno» del Paese e non all’esterno, «tra parti terze» come Mosca e Washington. Il primo passo, inoltre, deve essere una riforma costituzionale che preceda le elezioni presidenziali.

    Non è mancata l’attesa stoccata alla Nato, i cui piani di allargamento a est - a suo dire - mirano a far uscire la Russia dal Mar Nero, e agli Stati Uniti che premono per lo Scudo anti-missile in Europa orientale ma con scopo «offensivo» e non difensivo come vogliono farlo passare gli Alleati. Per l’Ue il monito è sull’energia: «Possono smettere di comprare gas russo? Dal mio punto di vista, no», ha sentenziato.

    fonte:http://www.lastampa.it/2014/04/17/esteri/ucraina-scontri-anche-a-mariupol-morti-feriti-e-arresti-tra-i-filorussi-R9MjpYBM5BJsuV8DTomrbO/pagina.html
     
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  11. Drago_Nero
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    Obama invia aiuti militari 'non letali' ad Ucraina



    Nonostante accordo Ginevra Obama sfida Putin, 'noi piu' forti'

    (di Marcello Campo) (ANSA) - WASHIGNTON - Malgrado gli spiragli di dialogo registrati a Ginevra sull'Ucraina, Barack Obama non molla la presa aumentando la sua pressione su Mosca. L'inquilino della Casa Bianca ieri ha annunciato di avere pronte nuove sanzioni economiche contro il Cremlino. E oggi ha firmato l'invio di aiuti militari logistici 'non letali' all'Esercito di Kiev. E in un intervista tv sfida apertamente Vladimir Putin: ''La Russia - attacca Obama - non e' interessata a qualsiasi tipo di scontro militare visto che e' consapevole che le nostre forze convenzionali sono di gran lunga più forti delle loro''. Insomma, se a Ginevra il gruppo di 4, Usa, Russia, Ucraina e Unione Europea, trova un primo accordo sulla fine delle violenze, gli Stati Uniti non ci stanno a assistere passivamente e alzano la voce nei confronti di Mosca sia sul fronte economico, sia, su quello militare.

    Lo stesso John Kerry, auspicando che alle parole seguano i fatti, conferma che per gli Usa oggi e' prematuro cancellare le sanzioni in vigore, o rimuovere la minaccia di nuove. "Ogni volta che la Russia agisce per destabilizzare l'Ucraina - ha avvertito Obama sulla Cbs - da parte nostra ci saranno conseguenze: già ora l'economia di Mosca è più debole, i capitali stanno lasciando il Paese. Le decisioni di Putin non stanno danneggiando solo l'Ucraina, ma anche la Russia". Il presidente é infatti convinto che, dopo aver invaso la Crimea, Putin stia apertamente aiutando le milizie ''quanto meno 'non statali''', come le definisce Obama, in azione in queste ore nella parte meridionale e orientale del Paese. Ma é Chuck Hagel, il Capo del Pentagono, proprio mentre é in corso il summit a Ginevra, ad annunciare che il 'Commander in Chief' ha autorizzato l'invio di aiuti 'non letali' destinati all'esercito di Kiev. Si tratta di tende, materassini, medicine, sistemi di purificazione d'acqua, non cannoni e fucili. Tuttavia, al di là dell'importante significato simbolico, si tratta di materiale molto importante in caso di un conflitto armato. Hagel, parlando dopo aver incontrato il suo collega, il ministro della Difesa polacco Tomasz Siemoniak, assicura che queste decisioni non vanno lette come '' 'minacce o provocazioni'' contro Mosca. Tuttavia, ricorda il principio secondo cui tutte le nazioni hanno il diritto a difendersi. E che gli Stati Uniti intendono difenderlo ''in modo molto serio''. Quindi, esalta il ruolo dell'Alleanza Atlantica: ''L'aggressione russa ha rinnovato la nostra volontà di rafforzare l'alleanza della Nato e ha dimostrato la sua importanza. L'articolo 5 parla chiaro: un attacco a ogni singolo alleato della Nato - ha aggiunto - è un attacco a tutti gli alleati della Nato''. Tuttavia Hagel ha ribadito che i missili di difesa Nato non sono puntati sulla Russia. Inoltre non e' stata presa alcuna decisione di inviare truppe addizionali in Europa. (ANSA).
     
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  12. Drago_Nero
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    Una Pasqua di Sangue, o la distruzione della junta di Kiev e del trotskismo mondiale



    Stevan Gajič Geopolitika

    La storia non si ripete mai perfettamente, ma molti avvenimenti storici di diversi periodi e luoghi sono simili l’un l’altro per certi versi. A volte sono proprio uguali tra di loro, benché ci siano diverse tecnologie a livello di armi, mezzi di comunicazione ecc… Certe volte, degli eventi che appaiono seri in un luogo e in un tempo assumono un carattere (tragi)comico in altri. Appare evidente come gli avvenimenti in Ucraina rassomiglino molto quelli durante la caduta della Iugoslavia. Ma se andiamo a vedere la situazione in Ucraina, pare che essi siano stati concentrati in un brevissimo periodo, si direbbe in termini informatici che sono stati “in formato .zip”. Senza seguire un preciso ordine cronologico, gli eventi sono venuti l’uno con l’altro. Le manifestazioni di Piazza Maidan sono state simili a quelle a Belgrado negli anni 1991, 1996/7 e 2000; i correnti eventi nel Sud-Est nel territorio che chiamiamo Ucraina sono simili agli eventi in Croazia nel 1991
    La Primavera Russa nel Sud-Est ricorda molto le insurrezioni di Serbi nelle regioni della Krajina Serba nell’attuale Croazia durante il 1991. Quando nel 1990 il neo-eletto governo della Repubblcia Socialista di Croazia, allora ancora elemento federale dello stato Iugoslavo, nel nome della “autodeterminazione” proclamò l’indipendenza dalla Iugoslavia, i Serbi in quelle regioni insorsero e chiesero di diventare soggetto federale invece che entrare nel neo-formato stato, che subito li privò dello status costituzionale di popolo costitutivo, nelle prime elezioni monopartitiche del 22 Aprile 1990 vinse nelle parti Croate della Iugoslavia il partito nazionalista Croato, apertamente neonazisti, “Società Democratica Croata”. Subito dopo la sua vittoria i Serbi erano minacciati. Ritornò l’iconografia fascista del nazionalismo Croato degli anni 1941-1945, tant’è che l’icona del NDH (Stato Indipendente di Croazia), lo stato satellite della Germania di Hitler, diventò la bandiera nazionale, furono riprese la vecchia moneta e i vecchi ranghi militari, l’inno del NDH diventò l’inno della Croazia ecc… In poche parole, ritornò in auge tutta la simbologia nazista del NDH, che in Croazia non è del tutto sparita. Parallelamente alla simbologia, iniziarono addestramenti illegali di paramilitari, e il ricatto della popolazione Serba: espulsioni di Serbi dal posto di lavoro, di bambini Serbi dalle scuole, graffiti e slogan nazisti, come “srbe na vrbe” (impiccate i Serbi), e ci furono le prime uccisioni di Serbi nelle loro case. Ma la guerra vera non si ebbe ancora.
    Gli eventi dell’epoca ricordavano ai Serbi gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, quando gli Ustascia provocarono il loro genocidio, uccidendo milioni di loro nei territori appena fuori dai loro confini. I Serbi di Krajina istituirono blocchi nelle loro regioni e proclamarono la Repubblica Serba di Krajina. Tutto quello che noi possiamo osservare oggi a Lugans, Doneck, Slavjansk, Odessa e Char’kov non è niente di nuovo agli occhi dei Serbi. È interessante come nella regione di Lugansk durante il 18mo secolo la zarina Elizaveta Petrovna ebbe la richiesta da parte dei soldati Serbi provenuti dalla Krajina Serba di formare la Slavianoserbia (regioni di Lugansk e Doneck) con centro a Slavjanoserbsk e la Nuova Serbia (regione di Kirovograd) con centro a Novomirgorod. Allora i Serbi erano difensori dell’Impero Russo. In certi circoli politici, giornalistici e a volte anche scientifici dell’Occidente, ora che siamo al 100mo anniversario della Prima Guerra mondiale, è diventata abitudine dare ai Serbi la colpa della guerra. Non mi sorprenderebbe se ancora oggi qualcuno incolpasse i Russi e i discendenti dei Serbi a Lugansk e Doneck di aver provocato conflitti.
    Scherzi a parte, il fatto che il nuovo non-eletto presidente dell’Ucraina Aleksandr Turčinov abbia invocato un intervento militare nelle regioni Russe ricorda molto l’operato del Presidente della Croazia Franjo Tuđman durante il 1991. Il comportamento dei media di Kiev ricorda invece molto quello di Zagabria nel 1991. I media Croati, com’è noto, definiano i Serbi nelle barricate “terroristi”, così come ora i media di Kiev definiscono i cittadini Russi nel Sud-Est.
    Le forze speciali Croate invasero la cittadina serba di Parkac il 2 Marzo 1991 e presero il controllo delle stazioni di polizia, disarmando i poliziotti Serbi. Dopo queste esperienza i Serbi decisero di impedire che ciò si ripetesse. Passò poco tempo, e il presidente Tuđman inviò le forze armate, composte da soldati di nazionalità Croata e rappresentanti di gruppi paramilitari irregolari di “Guardia Nazionale” in luoghi abitati da Serbi: Parkac, Plitvice, Zadar e Borovo. Il 31 Marzo del 1991 i Croati inviarono alcuni autobus di paramilitari sulle rive del lago di Plitvice col compito di istituire un nuovo stato che fosse leale al governo filo-fascista di Zagabria. Stavolta i Serbi erano pronti a combatterli e ci furono i primi morti e i primi feriti, fu così che, di fatto, iniziò il primo grande conflitto e iniziarono gli spargimenti di sangue delle guerre Iugoslave. Questi eventi compongono quello che i paramilitari irregolari Croati chiamarono “Pasqua di Sangue”. La guerra si prolungò per 4 anni, i Serbi di Krajina resistettero finché non furono traditi da Slobodan Milošević da Belgrado. Il risultato di questo tradimento fu il sabotaggio della difesa nell’esatto momento del più grande attacco esterno. Come risultato finale nel 1995 i Serbi erano stati espulsi dalla Krajina, in cui vivevano da secoli, dalle forze militari Croate con l’aiuto delle compagnie a contratto Americane MPRI.
    La storia sta ritornando, in formato .zip, in Ucraina. La storia, come ho appena detto, non si ripete mai esattamente nella stessa forma. Sebbene di primo acchito gli eventi sembrino coincidere, la loro natura è diversa. Per prima cosa, l’Ucraina e la Russia non sono la Croazia e la Serbia nel 1991; Turčinov non è Tuđman; Putin non è Milošević; e il dispiegamento di forze in tutte le regioni, da quelle economiche a quelle militari fino a quelle mediatiche è molto differente tra il 2014 e il 1991.
    Cosa può davvero sperare di ottenere di concreto il governo di Kiev nell’attuale situazione, nella sua condizione devastata, senza soldi e senza idee? Qual’è stato il risultato delle grida minacciose di Turčinov, adornate di operazioni militari, con le quali si è dato più che altro l’aspetto caricaturale di riserva militare o dittatore latino-americano degli anni ’70 che non l’aspetto di statista serio? Il risultato è stato il pieno fallimento della “spedizione punitiva” di Kiev. I soldati dell’Esercito Ucraino erano poco motivati nel condurre una guerra contro il loro stesso popolo o nel simulare un’operazione militare, hanno invece deciso di dare le loro armi ai ribelli nel Sud-Est, se non addirittura passare dalla loro parte. Ci sono stati spargimenti di sangue, e non ci sono garanzie che non si ripetano. Tuttavia, gli eventi del primo giorno della cosiddetta “campagna antiterrorismo” dimostrano solo il completo fallimento del sistema statale e difensivo di Kiev. I principali media occidentali non hanno parlato meno della sparizione dell’aereo malese nel Marzo del 2014 o del processo a Oscar Pistorius di quanto abbiano parlato degli eventi in Ucraina. Il governo di Kiev può ottenere risultati a livello militare solo affidandosi ai paramilitari nazisti, e otterrebbe come risultato solo un inutile spargimento di sangue. Ma un tale massacro non darebbe alcun risultato strategico. Anzi, sarebbe solo un’ottima ragione per provocare un intervento umanitario da parte di Mosca.
    I poteri in Ucraina si sono messi in un vicolo cieco sopratutto per due ragioni. La prima ragione sono le grandi promesse che fecero al popolo ai tempi delle proteste di Maidan, portato dalla loro parte gli appetiti dei loro sostenitori, e sopratutto di tutti gli estremisti e neonazisti. La seconda ragione è che le loro promesse sono state supportate da volti ufficiali dell’UE e degli USA. Queste promesse non solo hanno convinto il popolo che in un giorno sarebbe sparita la corruzione, che le loro tasche si sarebbero riempite di euro, che sarebbero potuti andare in Europa con i nuovi passaporti biometrici, ma anche che se la Russia fosse intervenuta, allora l’Occidente, in nome dei “valori dell’Europa” sarebbe intervenuto in una grande guerra nucleare con la Russia. Suona strano che qualcuno ci abbia creduto, ma l’inconscio collettivo riesce spesso a condurre persone normali ad aver fede in cose tanto improbabili. Questa non è certo la prima volta che succede. Provate a pensare solo al 1956 e alla rivoluzione in Ungheria. Precedentemente all’insurrezione contro il partito comunista locale e la dominazione sovietica in Ungheria, il popolo di Budapest aveva sempre ascoltato la radio “Europa Libera” in lingua Ungherese. Per tutto il tempo la radio disse che, in caso di invasione sovietica dell’Ungheria, la NATO avrebbe subito risposto, iniziando la guerra con l’URSS in Ungheria. Quando la rivolta fu soppressa con la forza, ovviamente, gli Americani e i loro alleati non rischiarono la vita di un solo soldato; non lo fecero certo per un popolo che si trovava nella sfera comunista.
    Visti gli eventi degli ultimi giorni, penso che viviamo in un’epoca di svolta. Può darsi che il mio giudizio sia troppo pesante, e che l’immediato futuro rimetta tutto a posto. Tuttavia, i risultati della collisione tra Mosca e Washington in Ucraina determineranno il mondo in cui vivremo. La fase arancione in Ucraina è finita, e se la Russia otterrà la sua vittoria, cosa molto probabile, allora è finito anche il tempo dell’epidemia mondiale delle rivoluzioni colorate neotrotskiste. È strano anche che ormai Maidan sia per l’Ucraina storia passata, così è quando la storia viene in formato .zip. Noi, il resto del mondo, viviamo in un tempo di nuove dinamiche internazionali e il nostro destino a lungo termine si vedrà nei risultati degli eventi in Ucraina.

    fonte:http://www.statopotenza.eu/11314/una-pasqua-di-sangue-o-la-distruzione-della-junta-di-kiev-e-del-trotskismo-mondiale
     
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  13. Drago_Nero
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    LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani



    Ucraina: Obama sostiene la TAP

    aprile 19, 2014

    L’Amministrazione Presidenziale degli Stati Uniti d’America, per decrementare la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia di Putin, sostiene la realizzazione in tempi brevi del Corridoio Meridionale, progettato per veicolare gas dall’Azerbaijan. Le azioni militari dei russi in Ucraina orientale hanno portato all’aumento dell’interesse USA per l’infrastruttura, e a incentivare in Europa la realizzazione di rigassificatori per importare shale liquefatto statunitense ed LNG da Qatar, Norvegia, Egitto.

    Sostegno ad un gasdotto che diversifica le forniture di gas per l’Europa e che riguarda l’Italia molto da vicino. Questo è il primo passo che gli Stati Uniti d’America hanno preso per supportare l’Unione Europea nel diversificare le forniture di gas dalla Russia: una manovra necessaria per diminuire la dipendenza energetica da un Paese, la Federazione Russa, che, come dimostrato in occasione della crisi in Ucraina, troppo spesso si avvale dell’arma energetica come mezzo di coercizione geopolitica volto a realizzare una politica estera di stampo imperialista.

    Come riportato dall’autorevole politico.com, l’Amministrazione del Presidente USA, Barack Obama, ha sostenuto la necessità di implementare i lavori per la realizzazione del Corridoio Meridionale UE: fascio di gasdotti progettato per veicolare 16 miliardi di metri cubi di gas all’anno sfruttati in Azerbaijan dalla Georgia all’Italia.

    Nello specifico, il Vicesegretario di Stato per gli Affari Energetici, Amos Hochstein, nella giornata di mercoledì, 16 Aprile, ha rimarcato come l’Amministrazione Obama abbia sempre riposto grandi sforzi nel sostenere la realizzazione di un’infrastruttura, il Corridoio Meridionale, necessaria per garantire all’Europa forniture di gas alternative a quelle della Russia.

    Le parole di Hochstein, che ha supportato come gli USA siano maggiormente impegnati nel sostenere il Corridoio Meridionale in seguito all’annessione militare della Crimea alla Russia ed alle azioni militari di Mosca nell’est dell’Ucraina, seguono le dichiarazioni del Segretario di Stato statunitense, John Kerry, che, durante lo scorso vertice sull’energia USA-UE, ha evidenziato come il gas dall’Azerbaijan sia solo una delle forniture di gas alternative a quella del Cremlino.

    Kerry ha infatti invitato l’UE a realizzare al più presto rigassificatori per importare gas liquefatto da Qatar, Norvegia, Egitto ed USA che, con l’avvio dello sfruttamento dello shale -oro blu estratto da rocce argillose poste a bassa profondità- ha incrementato esponenzialmente le esportazioni a prezzo basso.

    Un’infrastruttura fondamentale per la sicurezza energetica europea

    Il Corridoio Meridionale UE è composto nella sua parte iniziale dal Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- progettato per veicolare il gas dell’Azerbaijan dalla Georgia alla Turchia Occidentale. La seconda parte è invece formata dal Gasdotto Trans Adriatico -TAP- che è stato progettato per trasportare il gas azero dalla Grecia all’Italia attraverso l’Albania.

    La portata di gas del Corridoio Meridionale di 16 Miliardi di metri cubi di gas all’anno può incrementare con l’avvio dell’importazione di gas anche da Turkmenistan, Iraq del Nord ed Israele.

    Inoltre, in aggiunta all’Italia il Corridoio Meridionale UE può raggiungere anche Ungheria, Slovacchia e Polonia attraverso una diramazione della TAP dall’Albania alla Croazia, la Romania attraverso una ramificazione della TAP dalla Grecia in Bulgaria, ed anche la Gran Bretagna attraverso il prolungamento della TAP dall’Italia a Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Paesi Bassi.

    Sia la TANAP che la TAP, supportate dalla Commissione Europea e dai Governi nazionali di Turchia, Grecia, Italia, Albania, Croazia, Bulgaria e Svizzera, sono compartecipate dal colosso britannico British Petroleum, da quello azero SOCAR, da quello norvegese Statoil, dalla compagnia francese Total, dalla svizzera AXPO, dalla tedesca E.On e dalla belga Fluxys.

    Un progetto necessario sostenuto dal PD, ed anche da PSI, Forza Italia ed NCD

    Oltre che infrastruttura necessaria per diminuire la dipendenza dell’Europa dal gas della Russia di Putin, la TAP è anche un gasdotto che accresce il ruolo dell’Italia in ambito europeo, facendo del nostro Paese l’hub del carburante azero in UE.

    L’approdo della TAP in Italia è stata resa possibile grazie al voto favorevole in Parlamento di PD, Forza Italia, NCD e PSI al progetto di realizzazione del gasdotto in Salento presentato dall’allora Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.

    Malgrado la realizzazione della TAP rafforzi l’economia del nostro Paese, diminuisca il costo della bolletta del gas e crei nuovo posti di lavoro nel settore, M5S, SEL, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno votato contro, rischiando così di fare un assist geopolitico a Putin.

    Matteo Cazzulani
    Analista di Politiche dell’Europa Centro-Orientale
    @MatteoCazzulani
     
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  14. Drago_Nero
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    Ucraina, 5 morti in un attacco a un checkpoint filorusso



    Uomini armati hanno attaccato stamattina un posto di blocco controllato da militari filorussi, che rimangono asserragliati negli edifici governativi dell'est del paese.

    Ucraina, 5 morti in un attacco a un checkpoint filorusso.

    Nuovi scontri in Ucraina, dove cinque persone hanno perso la vita in seguito all’attacco da parte di uomini armati ad un checkpoint presidiato da separatisti filorussi, nei pressi della città di Slaviansk. I media locali hanno specificato che nel conflitto a fuoco hanno perso la vita tre uomini facenti parte della compagine separatista e altri due militari che hanno portato l’attacco al posto di blocco.

    Le violenze e le uccisioni si susseguono dunque con cadenza quotidiana da quando, una decina di giorni fa, i filorussi hanno occupato edifici delle amministrazioni locali nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, facendo sapere che non se ne andranno finché il governo non avrà dato le dimissioni: l’esecutivo, infatti, viene considerato illegittimo e frutto di un colpo di stato orchestrato da forze dell’estrema destra spalleggiate da Unione Europea e Stati Uniti. Il ritiro dei filorussi era una delle condizioni stabilite dall’accordo di Ginevra, firmato il 17 aprile da Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea al termine del primo incontro diretto tra le quattro parti dall’inizio della crisi. Il patto sottoscritto prevede il disarmo dei filorussi e l’abbandono delle sedi occupate, in cambio di un’amnistia e della concessione di maggiore autonomia alle regioni dell’Ucraina Orientale. I separatisiti, tuttavia, sembrano determinati nel voler portare fino in fondo la protesta: ciò rischia di pregiudicare gli accordi di Ginevra e, inevitabilmente, innescare una nuova ondata di violenze che potrebbe scaturire in una guerra civile.

    fonte: http://www.fanpage.it/ucraina-5-morti-in-u.../#ixzz2zQkMnhOZ
    www.fanpage.it
     
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    Sull' ultimo numero di Internazionale è stata pubblicata la traduzione di un articolo dell' Izvestia , storico giornale sovietico ora di proprietà di Gazprom e quindi quasi un organo ufficioso del governo , che dà una rappresentazione dell'ideologia che muove il regime di Putin abbastanza inquietante , sul mio sito ho fatto una ampio riassunto non potendo copiarlo integrarlmente per problemi di coyright
    http://www.novefebbraio.it/articoli/la-nuo...tria-e-famiglia
     
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