Lettera di un padre: Niente compiti estivi deleteri. Mio figlio ha imparato a vivere

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    Lettera di un papà: «Mio figlio non ha fatto i compiti, ha imparato a vivere»

    Lettera ai prof: «Insieme abbiamo fatto molte cose: gite in bici, campeggio, elettronica. Voi avete nove mesi per insegnargli nozioni. I compiti delle vacanze sono deleteri»

    di Antonella De Gregorio


    Mattia non ha fatto i compiti per le vacanze. Il primo giorno di scuola (terza media alla Vidoletti di Varese) si è presentato con una giustificazione «esemplare», scritta dal papà. «Vorrei informarvi che come ogni anno mio figlio non ha svolto i compiti estivi». Incomincia così la lettera indirizzata agli insegnanti. «Per scelta non li ha fatti, non per cattiva volontà o per dimenticanza», spiega al telefono Marino Peiretti, 55 anni, operaio in cassa integrazione e musicista. Una scelta che lui, insieme alla mamma Ilaria, difende da anni con assoluta convinzione. «I compiti estivi sono deleteri» afferma, citando pedagogisti e psicologi e sistemi scolastici di Paesi dove si punta tutto sul lavoro in classe «senza che poi ci sia bisogno di esercitarsi anche a casa». «Voi avete nove mesi per dargli nozioni e cultura, io tre mesi per insegnargli a vivere», ha scritto ai professori di suo figlio. Anche Mattia («curioso, intelligente, con molta voglia di imparare») è stato coinvolto nella decisione.
    Imparare a vivere
    Il papà si è poi impegnato personalmente per rendere la sua estate una parentesi di creatività: «Abbiamo fatto lunghe gite in bicicletta, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina. Abbiamo costruito la sua nuova scrivania e l’ho aiutato nel suo interesse primario: programmazione ed elettronica». Un planning intenso e alternativo, come un vero professionista, «che in vacanza porta le sue idee ma non la routine del lavoro». Dall’elenco dei compiti, in realtà, qualcosa ha preso: un paio di libri di Jules Verne e un altro di Isaac Asimov. Poi assieme a Mattia ha «dato spazio alle materie che a scuola non si fanno». I professori non hanno obiettato. Non lo avevano fatto neppure lo scorso anno, quando avevano ricevuto un’analoga missiva. Poi, però, Marino Peiretti ha pubblicato la lettera sul suo profilo Facebook, insieme alle foto dei concerti e dell’amata chitarra; a paesaggi marini e buffi autoritratti. E lì il dibattito si è acceso, tra critici e sostenitori.

    Troppi compiti

    Una discussione nel merito non nuova: la diatriba «compiti sì-compiti no» di solito entra nel vivo gli ultimi giorni di scuola, con proposte anche immaginifiche di maestri dalle larghe vedute («Ballate, guardate l’alba e sognate la vostra vita», esortava un paio d’anni fa, in un elenco di sapore new age, un giovane professore marchigiano, Cesare Catà); o di genitori ribelli, che di vedere i propri pargoli inchiodati alla sedia anche d’estate, non ne vogliono sapere E da qualche tempo una campagna suggestiva («Basta Compiti») raccoglie adesioni, a migliaia, su Change.org. Citando la Costituzione, spiega che sono inutili, dannosi, discriminanti e prevaricanti. Recentemente l’Ocse ci ha ricordato che i nostri studenti fanno più compiti di molti coetanei: otto ore in media alla settimana. Il triplo dei coreani. Almeno tre ore più della media nei Paesi dell’Unione europea.

    «Folle, la lettera in rete»

    «Una quantità di lavoro spesso eccessiva», ammette Raffaele Mantegazza, pedagogista della Bicocca di Milano. Che si dice però «sconcertato» per l’atteggiamento di alleanza con il figlio e di disprezzo per l’istituzione scolastica che la lettera, esibita sui social, suggerisce. «Mi preoccupa il ragazzino, con un padre incapace di gestire i conflitti. I figli devono vedere che i genitori, davanti a un problema, lo risolvono confrontandosi con gli altri adulti di riferimento, facendo valere le proprie ragioni». Quanto alla diffusione della lettera in rete, Mantegazza la ritiene una modalità «folle, tipica della nostra epoca»: «Su Facebook mi posso beare di aver vinto il torneo di bocce, non di aver sparato al cuore della scuola», sostiene. Peiretti non si lascia turbare: «Pensieri legittimi, ma opinabili», replica. «I compiti estivi non sono obbligatori. E la mia non è una posizione contro le istituzioni: sono per ampliare la rosa delle possibilità che vengono offerte ai ragazzi». Il prossimo anno, alle superiori, Mattia studierà elettronica («a Varese abbiamo una delle scuole migliori d’Italia», dice il papà). E lì non ci saranno problemi: «I compiti li farà: quella è la sua materia preferita»


    Fonte: Corriere.it

    Qual è la vostra opinione in merito? Io sinceramente per i mezzi e i modi, sono d'accordo abbia sbagliato e non abbia dato una gran lezione al figlio, insegnandogli ad infischiarsene e aggirare le direttive degli insegnanti, invece di discutere le ragioni direttamente faccia a faccia. Ma il concetto e il pensiero, detto con sincerità, almeno personalmente, mi trova d'accordo e appoggio questo padre. La scuola deve saper anche istruire i bambini e le giovani menti ad essere aperte, e godersi la vita, e non a trasformali fin da subito da bestie da macello destinato ad essere conformati secondo gli schemi standard, prestabiliti scolastici, come se ciascuno di essi fosse su un nastro trasportatore pronto ad essere modellato secondo lo stampino imposto dalla società. Oltre che istruirli nella grammatica, nella matematica, nella geometria, la geografia ed ecc, è bene che ai bambini venga insegnato anche cosa fare al di fuori della scuola, e come cavarsela, iniziando anche a seguire la propria vocazione e istruendolo anche ad altri aspetti ( come appunto fatto da questo padre che ha insegnato al figlio tredicenne come cucinare, occuparsi della casa e degli elettrodomestici della stessa. Ed inoltre come assemblare una scrivania. Cose che gli saranno utili e che comunque gli permettono un futuro più facile e in cui è più "istruito").
     
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    Uà Leo, tra la lettera e il tuo commento aspetto domenica che non lavoro x leggere tutto e darti una risposta :bleh:
     
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    Papà brutto e fetente e piddino non fa fare i compiti delle vacanze al proprio bambino, insegnandogli a godersi le vacanze estive a scoprire dove è stato tumulato Bersani, e imparare altre cose utili che non gli insegnano a scuola, come ad esempio creare una trappola per orsi con una spilla e due stuzzicadenti, che a confronto McGyver.

    Alcuni psicanalisti leghisti incolpano il padre che non far fare i compiti al bambino, porterà quest'ultimo a diventare un comunista che vuole più bene agli immigrati clandestini piuttosto che agli italiani.

    Secondo voi ha ragione il papà che ha scritto sta lettera o è stato corrotto con 80 euro da Renzi?

    Ecco una rapida sintesi dell'argomento del topic
     
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    Io ho sempre avuto un rapporto estremamente conflittuale col sistema scolastico italiano.
    Onestamente io non ci ho mai tratto nulla di buono. I professori si fanno spesso forti del potere che hanno (raccomandando talvolta i loro preferiti), gli edifici sono sporchi e gestiti col culo, le documentazioni sorvegliate da segretari che non hanno né la competenza né la pazienza di lavorare in ambienti del genere e gli studenti sono quello che sono. Per me la scuola è un pessimo ambiente. È un buon ambiente in cui far crescere una persona soltanto fino alle medie, per lo sviluppo delle interazioni umane, dopo quel punto le cose diventano ridicole.

    In generale è il sistema ad essere gestito male. Ad avercelo uno come quello giapponese che mette davvero i studenti ad imparare la vita prima che la segregazione in un edificio e in cui puoi frequentare vari club in base alle varie passioni.
     
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    CITAZIONE (Leobhart @ 15/9/2016, 21:01) 
    Papà brutto e fetente e piddino non fa fare i compiti delle vacanze al proprio bambino, insegnandogli a godersi le vacanze estive a scoprire dove è stato tumulato Bersani, e imparare altre cose utili che non gli insegnano a scuola, come ad esempio creare una trappola per orsi con una spilla e due stuzzicadenti, che a confronto McGyver.

    Alcuni psicanalisti leghisti incolpano il padre che non far fare i compiti al bambino, porterà quest'ultimo a diventare un comunista che vuole più bene agli immigrati clandestini piuttosto che agli italiani.

    Secondo voi ha ragione il papà che ha scritto sta lettera o è stato corrotto con 80 euro da Renzi?

    Ecco una rapida sintesi dell'argomento del topic

    Manco i riassunti so brevi :lol:
     
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    CITAZIONE (calagol90 @ 15/9/2016, 22:06) 
    Manco i riassunti so brevi :lol:

    Oh uno ci prova. Siete sempre incontentabili voi culattoni comunisti :takealook:
     
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    Ormai in questo paese tutti pensano di sapere tutto. Il sistema scolastico italiano non è mai stato una cima ma funzionava bene, ma il signore in questione dall'alto delle sue ricerche (fatte chissà come) ha deciso che per il figlio una cosa che s'è sempre fatta (lasciamo perdere che poi sempre non si facevano :D ) non va bene perchè lui ha 3 mesi per insegnargli a vivere.

    Lo stesso discorso è per i vaccini. In Italia stanno tornando malattie che si erano debellate perchè qualche coglione ha iniziato a dire che aveva fatto delle ricerche e aveva visto che i vaccini fanno male ai bambini.

    Prima o poi arriverà qualcuno a sostenere che i bambini devono uscire dal culo e non dalla vagina perchè crescono meglio.
     
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    CITAZIONE (Airbag. @ 15/9/2016, 22:24) 
    Ormai in questo paese tutti pensano di sapere tutto. Il sistema scolastico italiano non è mai stato una cima ma funzionava bene, ma il signore in questione dall'alto delle sue ricerche (fatte chissà come) ha deciso che per il figlio una cosa che s'è sempre fatta (lasciamo perdere che poi sempre non si facevano :D ) non va bene perchè lui ha 3 mesi per insegnargli a vivere.

    Lo stesso discorso è per i vaccini. In Italia stanno tornando malattie che si erano debellate perchè qualche coglione ha iniziato a dire che aveva fatto delle ricerche e aveva visto che i vaccini fanno male ai bambini.

    Prima o poi arriverà qualcuno a sostenere che i bambini devono uscire dal culo e non dalla vagina perchè crescono meglio.

    Va bè ma io non sostengo quello che fatto il padre... Fare due cazzatelle come compiti secondo me ci poteva stare, mica si perdeva l'estate il bambino.
    Io ho fatto un commento generale sul sistema scolastico italiano.

    Per farti capire come funziona bene: guardati gli indirizzi delle scuole superiori quali sono... Tutte le persone riescono ad identificarsi in questi indirizzi? E soprattutto, perché determinate materie stanno in indirizzi che non c'entrano un cazzo?
    Infine... Certo, prima funzionava meglio. C'era Educazione Civica (importantissima!) e Letteratura Latina. Adesso neanche quello. Amen.
     
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    CITAZIONE (•Peeps™ @ 15/9/2016, 23:52) 
    Va bè ma io non sostengo quello che fatto il padre... Fare due cazzatelle come compiti secondo me ci poteva stare, mica si perdeva l'estate il bambino.
    Io ho fatto un commento generale sul sistema scolastico italiano.

    Per farti capire come funziona bene: guardati gli indirizzi delle scuole superiori quali sono... Tutte le persone riescono ad identificarsi in questi indirizzi? E soprattutto, perché determinate materie stanno in indirizzi che non c'entrano un cazzo?
    Infine... Certo, prima funzionava meglio. C'era Educazione Civica (importantissima!) e Letteratura Latina. Adesso neanche quello. Amen.

    Non mi riferivo a quello che hai scritto, devo essere onesto manco avevo letto i commenti :D

    Comunque il discorso è molto più ampio e complesso. La scuola italiana è rimasta ferma a un mondo che non esiste piu (si insegna latino in un liceo sicentifico ma non programmazione o elettronica), mentre si evolve in negativo in quelle poche cose buone che funzionavano (tra queste il ruolo di formatori dei professori e maestri).
    Secondo me i compiti d'estate servono eccome. In Italia ci sono 3 mesi di vacanza estiva che sono tanti e nessun paese Europeo ne ha tanti cosi mal distribuiti. Per cui la presa di posizione di questo tizio è solo frutto di egocentrismo e ignoranza e di egoismo, perchè ai genitori fa comodo che i figli non abbiano impegni scolastici cosi pure loro sono piu liberi in quei mesi di fare il cavolo che vogliono. Conosco genitori che si lamentano per i compiti estivi perchè è una scocciatura che si riflette poi sulle loro vacanze.

    Posso invece essere d'accordo che d'estate si dovrebbe pensare a attività formative diverse, ma se il discorso è "niente compiti perchè mio figlio deve imparare a vivere"...povero figlio.
     
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    la scuola italiana finisce già i primi di giugno e ricomincia a settembre, onestamente fare due compiti non è uno scandalo
    3 mesi e oltre di vacanza sono assurdi

    gli unici che continuano a studiare sono quelli che fanno gli esami ma che poi in vacanza non hanno compiti, onestamente avrei capito la richiesta di non esagerare con l'assegno, ma stare fermi per così tanto tempo è deleterio anche per il bambino che poi a settembre fa fatica a ripartire
     
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  11. Dr.B
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    Ciao Mattia, un Big Mac e una coca grande. Grazie!
     
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    Leo evidentemente ha fatto troppi compiti per le vacanze
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    Il fatto che il sistema scolastico italiano se l'è cavicchiata non vuol dire che sia buono. E se la base già non è questo granché, figurarsi la scuola attuale che segue di pari passo la deriva di valori e cultura della popolazione italiana.

    Sinceramente un sistema che, tranne perlopiù gli istituti privati, vede un primo quadrimestre in cui gli studenti, siano essi elementari, medie e superiori, non fanno quasi niente per 2 mesi, e poi a dicembre e gennaio tentano di accalcare tutte le interrogazioni, verifiche e la chiusura della prima metà di programma. Un secondo quadrimestre in cui si tenta di recuperare quel che non si è fatto nel primo quadrimestre, e si crea una confusione ulteriore, tra il chiudere i programmi e il verificare tutti gli studenti, entro fine maggio-giugno. Poi un'INTERA estate di vacanza in cui per rimediare si cerca di caricare gli studenti di una mole di compiti, libri da leggere e studiare, che poi il più delle volte non viene nemmeno controllato e verificato dagli insegnanti al ritorno a scuola. Ed allora mi dite il senso?

    Ma creare un sistema scolastico più omogeneo, in cui i ragazzi vanno a scuola ininterrottamente, ma con più vacanze e festività spalmate per tutto l'anno. Prendo ad esempio l'esempio della scuola giapponese. Aldilà delle tante differenze di tradizioni e culturali, anch'essi fanno 9-10 mesi di scuola ( hanno i mesi agosto, febbraio e marzo di "vacanza") e con varie altre loro usanze e festività, che però sono suddivisi e armoniosamente distribuiti, ed uniti ad un sistema scolastico efficiente ( FIN TROPPO efficiente) che permette l'istruzione degli studenti.

    Sinceramente bombardare ragazzi di verifiche, interrogazioni e compiti per rimediare ad una disorganizzazione generale che C'è SEMPRE STATA e una distribuzione delle festività indecente, peggiora solo l'intera situazione bistrattata del sistema scolastico italiano attuale. A cosa serve, in tutto questo macello di pura disorganizzazione e superficialità, trasformare i bambini ed i ragazzi in macchine che devono solo pensare a fare la faccia a forma di libro e studiare anche le etichette dei detersivi durante le vacanze natalizie ed estive? Perché non spingerli piuttosto a crescere prima di tutto come persone e renderli realmente funzionali alla società fin da quando sono fanciulli? Si può farlo, ad esempio, dando durante le vacanze estive temi e ricerche da fare in merito, ad esempio, alle bellezze nostrane. Così da sollecitarli non solo a conoscere i nostri pochi motivi di vanto e le bellezze che possiamo vantare dinnanzi al resto del mondo, ma anche a rispettarli, sopprimendo futuri atti di vandalismo (come i graffiti sui leoni di Piazza Plebiscito :sick: ) figli di ignoranza e strafottenza.

    Si può instaurare un'Educazione Civica realmente utile che, anzi, per me dovrebbe diventare la materia cardine di ogni INDIRIZZO E ISTITUTO superiore : sia esso classico, scientifico, alberghiero o qualsiasi esso sia. Insegni ai ragazzi com'è il mondo aldifuori le mura scolastiche, li metti in guardia su tutti i rischi, gli errori e i pericoli nel mondo, e come risolverli; come riconoscere una soluzione, tra tanti palliativi e tentativi di nascondere i problemi sotto al tappeto. Insegni loro come, ad esempio, conoscere la nostra Costituzione, le basilari informazioni di politica e su come essa è strutturata; informazioni sull'attualità, su ciò che anche un bambino di scuole medie è giusto che sia a conoscenza, perché... SI PARLA DEL MONDO CHE LI CIRCONDA, GLI AVVENIMENTI CHE STANNO ACCADENDO IN QUESTO ESATTO MOMENTO; come pagare una bolletta, come aprire un mutuo per la casa, tutto il sistema di pagamento delle Tasse.

    Non lo so ragazzi. Io sinceramente non penso di star dicendo sciocchezze o di credere arrogantemente come insegnare il mestiere a ministri e menestrelli vari.
     
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    Di solito cerco di essere equilibrato nei giudizi, ma questo novello Walden è un vero sfigato.
    Poi ci si lamenta che stiamo diventando sempre più un paese di ignoranti e disadattati.
     
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    CITAZIONE (orgoglio @ 16/9/2016, 15:03) 
    Di solito cerco di essere equilibrato nei giudizi, ma questo novello Walden è un vero sfigato.
    Poi ci si lamenta che stiamo diventando sempre più un paese di ignoranti e disadattati.

    Onestamente questo mi sembra esagerato, però.
    La cultura di uno studente non si valuta in base ai compiti che svolge durante le vacanze estive.

    In ogni caso per me c'è un parallelismo su cui ragionare: seppur vero sia il fatto che il ragazzo non sarebbe morto mica per dedicare qualche giorno del suo tempo ai compiti che gli sono stati assegnati in tre mesi, è altrettanto lecito che durante il periodo in cui la scuola è chiusa e non ci sono obblighi a cui sottostare, lui decida lecitamente di fare o non fare i compiti senza che questo pregiudichi il suo studio, il suoi bagaglio culturale o la sua valutazione per l'anno scolastico successivo.
    Anche perché diciamocelo chiaramente: i compiti delle vacanze servono a poco (per non dire a nulla) nelle valutazioni di un anno scolastico; certo, se vieni beccato a non averli fatti si può dire che "non hai cominciato col piede giusto", ma i voti si ottengono in base alle interrogazioni e ai compiti dal 13 settembre in poi. Magari non fai i compiti delle vacanze ma alle verifiche prendi 8 e 9, che succede, ti abbassano la media? No. Assolutamente. E allora parliamo del nulla.

    La realtà dei fatti è che le attività extracurriculari che vengono imposte ai ragazzi durante le vacanze sono facoltative, solo che non vogliono renderlo noto perché altrimenti nessuno li farebbe, ma la loro unica funzione è quella di tenere gli alunni concentrati e avvezzi allo studio. E questo ci sta. Ma se poi non li faccio è un problema mio. Basta che recupero il ritmo subito dopo l'inizio delle lezioni mettendomi a studiare e questa "lacuna, mancanza" di studio durante i tre mesi d'estate non si fa proprio sentire.
    Quindi insomma, stiamo parlando sempre e soltanto di specchietti per le allodole utilizzate dal sistema scolastico italiano per evitare che uno si adagi troppo sugli allori quando è l'intero sistema a puzzare di vecchio e ad essere completamente fuori luogo con la vita dei ragazzi. Io non ho mai visto nella mia vita uno studente che considerasse la sua vita all'interno dell'edificio scolastico come parallelo alla sua vita fuori dalla scuola: e questo è gravissimo; perché le scuole dovrebbero essere per l'appunto dei posti in cui si concentra la vita dell'alunno, in cui impara e crea le sue prime esperienze di vita per quello che c'è là fuori. Ma nelle scuole non ti insegnano niente di quello che c'è là fuori ormai, perché i tempi sono cambiati e tutto è diverso mentre le scuole sono sempre le stesse. Il sistema va svecchiato però onestamente la vedo molto dura.

    In via definitiva seppur mi trovi d'accordo col discorso non mi ritrovo con il giudizio di "ignoranti e disadattati" soltanto perché non si svolgono i compiti delle vacanze. Parlo per me: io talvolta li facevo, altre volte in particolari anni mi permettevo di ignorarli completamente eppure arrivavo a scuola con la mente accesa e pronta a raccogliere nuove informazioni e i miei anni da studente sono passati tutti senza problematiche e preoccupazioni. Questo fa di me un ignorante? A voi l'ardua sentenza a questo punto.
     
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