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.Visto che sono qui da poco, mi piacerebbe sapere come vi immaginate il vostro partito ideale. 
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Domanda non semplice.
Il mio partito ideale è di sinistra e non ha paura di esserlo. Non si vergogna delle proprie idee e si confronta democraticamente con le destre proponendo una visione del mondo basata sull'uguaglianza delle opportunità, l'accoglienza, i diritti civili, lo ius soli, un sistema di imposte fortemente progressivo e investimenti sulla scuola pubblica, la ricerca, l'edilizia pubblica e la sanità pubblica.
Il mio partito ideale è radicato sul territorio senza essere ostaggio di capi e capetti locali. E' un grande partito plurale, nel quale si discute senza però minacciare scissioni ogni qual volta una decisione viene presa a maggioranza.. -
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Il mio partito ideale è simile a quello di Oskar, forse un tantino meno di sinistra in quanto dovrebbe anche incentivare le iniziative imprenditoriali private. È inoltre un partito assolutamente laico che sostiene decisamente la separazione tra chiese e religioni e lo stato. La libertà religiosa, come tutte le frome di libertà, è da lui naturalmente garantita. . -
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Coerentemente liberaldemocratico, strenuo oppositore di ogni visione totalitaria e di "stato etico", che faccia della tutela delle libertà individuali il suo valore fondamentale con l'unico limite oltre il quale la libertà di qualcuno interferisca con quella altrui. Che però rigetti una certa deformazione del liberalismo, di tipo materialista ed economicista, per cui il successo economico e il profitto diventerebbero gli unici criteri di giudizio meritocratico e tutto ciò che non ha successo nel mercato dovrebbe essere buttato via come "spreco inutile". Al contrario, questo partito dovrebbe riconoscere il libero mercato e la concorrenza come sistema migliore di produzione dei beni materiali, ma affiancato, finanziando settori come sanità, istruzione, cultura, da un sostegno pubblico che supporti anche le aspirazioni di chi intenda dedicare in tutta libertà la vita a coltivare attività, magari scarsamente remunerative e produttive nell'ottica del benessere materiale della comunità, ma che la arricchirebbero dal punto di vista morale e spirituale, l'arte, la letteratura, la scienza, la filosofia, magari detassando fortemente mecenatismo e consumi culturali e progettando un efficiente sistema di sostegno universale al reddito.
Certamente laico, nel riconoscere il fine dello Stato come tutela dei diritti di ogni persona a prescindere dalle proprie convinzioni filosofiche/religiose, ma, proprio per questo, rigettante forme banali e superficiali di anticlericalismo, e che tragga motivi ispiratori anche da un certo modo di intendere la tradizione cristiana e una sana idea di trascendenza, come quella che in Occidente ha favorito l'emergere della stessa idea di laicità (Regno di Dio come trascendente questo mondo, e impossibilitato a trovare in qualunque potere mondano una sua rappresentazione, Dio come verità da ricercare nell'interiorità della coscienza e non come fondamento di un potere politico come nelle religioni pagane), e di liberalismo, nella visione della persona umana come depositaria di una dignità inalienabile e irriducibile contro ogni pretesa di annullamento della sua autonomia nelle strutture sociali mondane. Perseguirebbe un modello di laicità più anglosassone, libertà di manifestare ogni convinzione religiosa anche in forma pubblica, fintanto che non si pretenda, per la fede che si ha, di avere più diritti degli altri, che quello francese. La laicità dovrebbe essere valorizzata come metodo di tutela di uguaglianza formale di diritti e doveri, non come contenuto ideologico di tipo antireligioso (che la avvicinerebbe a forme totalitarie di ateismo di stato).
Radicalmente (termine non casuale considerando le battaglie di quel certo partito) garantista nell'amministrazione della giustizia, che si batta per il miglioramento della condizioni di vita nelle carceri e per l'abolizione dell'ergastolo, strumento incompatibile con la funzione riabilitativa a cui dovrebbe essere, ricorda la Costituzione, finalizzata ogni pena.. -
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guardavo con simpatia al modello svedese poi la loro gestione della pandemia mi ha disilluso... . -
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Rimasto orfano del mio partito di bidecennale riferimento (pur con vari punti di dissenso) , il PRI, ora mi sentirei a mia agio in una “sinistra plurale” costruita intorno al filone del socialismo europeo, ma con presenze di scuola democratica, liberalsocialista, ecologista e Cristiano sociale. Parlo di una sinistra effettivamente plurale dove le differenti culture si federino, ma non si confondano in un indistinto “riformismo” come nel progetto dell’italiano Partito Democratico, che considero fallito. Tutto ciò però con un punto fondamentale: il ripensamento della globalizzazione: l’averla sposata acriticamente è a mio avviso una delle cause della crisi in tutto l’occidente della sinistra e del suo aver ceduto importanti porzioni dell’elettorato ai sovranisti. . -
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Prendendo spunto dagli interventi di altri utenti, aggiungo che il mio partito ideale sarebbe convintamente laico e ambientalista. . -
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Una forma di socialismo non marxista. . -
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Come lo immagini?. -
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Molto indicativamente sul modello dei paesi scandinavi. Lavoro per tutti con sussidio di disoccupazione (non per chi rifiuti due volte di seguito il lavoro) e l'ufficio di collocamento che funzioni sul serio. Tassazione fortemente proporzionale, sanità pubblica efficiente, lotta spietata alla criminalità organizzata, alla corruzione. Magistrati responsabili dei loro errori, sentenze che fanno giurisprudenza. Poche regole semplici. Il paese organizzato come repubblica federale "Stati uniti d'Italia" di tipo presidenziale. Investimenti cospicui in cultura, ricerca, turismo.
Sto sparando un po' a caso, ma tieni presente che sono in fase di sonnolenza post prandiale.... -
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Premetto di non essere esperto in materia perciò al posto di parole quali socialista, marxista, liberale eccetera preferisco fare un discorso molto terra terra.
Il mio partito ideale dovrebbe assicurare i più alti standard scolastici e sanitari che devono comunque essere gratuiti per le classi sociali più svantaggiate, mentre chi ha più possibilità versa un piccolo contributo.
A livello economico incentiva la concorrenza stabilendo comunque dei limiti al fine di tutelare i lavoratori.
A livello sociale si presenta laico, umanista ed ambientalista.
Sono favorevole al matrimonio tra due persone indipendentemente dal loro sesso biologico e contemporaneamente reputo questo come un impegno dissolubile.
Sono a favore alle adozioni verso coppie omo, etero e single. Sono contrario, invece, alla gestazione per altri.
Esiste (o è esistito) un partito così?. -
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Credo sia il partito ideale di parecchie persone, ma temo resti solo un ideale. 
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La tua idea di partito skymat contiene molti punti che mi trovano concorde. Penso però che di base un partito debba avere una propria visione complessiva del mondo e dell'Italia, fondata su valori che ne orientino le azioni in tutti i campi e che gli permettano di affrontare ogni situazione anche imprevista con una linea coerente. Per questo è importante per una forza politica avere un'area politico-culturale di appartenenza, pur senza essere schiava di un'ideologia. . -
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io aggiungo che in 50 anni non sono mai stato contattato da sondaggisti per conoscere la mia opzione di voto...e voi?
tutti i sondaggisti sono prezzolati, alcuni in buona fede altri no...ed alcuni hanno avuto condanne per motivi economici
https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Mannheimer
https://milano.corriere.it/milano/notizie/...544326667.shtml. -
.tutti i sondaggisti sono prezzolati
dceg: Il corsivo è mio
Non è forse un'affermazione troppo categorica? Due casi, ma quanti sono i sondaggisti? Sono davvero tutti così?.
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