Attacchi di orsi all'uomo: alcuni punti fermi

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    Gli attacchi di orsi agli uomini sono rarissimi nonostante i plantigradi siano costretti a vivere in aree sempre più ristrette a causa dell'avanzare degli insediamenti umani. Gli orsi hanno un olfatto che permette loro di sapere sempre se nei boschi in cui vivono ci sono esseri umani ma nella stragrande maggioranza dei casi si tengono a distanza da noi e non sono aggressivi. Accade però che qualche volta un orso attacchi un uomo; ciò avviene normalmente o perché il plantigrado si sente per qualche ragione minacciato oppure, più spesso, perché una femmina di orso percepisce un pericolo per i suoi cuccioli.
    Come comportarsi quando avviene un attacco di un orso a una persona? Con razionalità. Innanzitutto occorre sempre ricordare che si tratta di episodi isolati: negli Stati Uniti, patria del grizzly, l'orso più forte e aggressivo del mondo, si contano in media due attacchi mortali all'anno di orsi all'uomo (contro, ad esempio, 30 mila morti ogni anno per sparatorie); in Scandinavia nell'ultimo secolo le vittime umane per attacchi di orsi sono state solo quattro. E' fondamentale non farsi prendere dall'emotività ed evitare la tentazione di invocare mattanze di plantigradi, assolutamente ingiustificate numeri alla mano.
    In secondo luogo è indispensabile non dimenticare mai il fatto che gli orsi sono animali selvatici, nonostante il loro aspetto ci sia così famigliare grazie ai peluche che ci accompagnano fin dall'infanzia. Non sono animali domestici o simpatiche palle di pelo, sono creature enormi e incomparabilmente più forti di noi. Vanno trattati e rispettati (e, nel caso di chi scrive, amati) per quello che sono. Quando ci si addentra nei luoghi abitati da orsi bisogna essere consapevoli di quello che si sta facendo: se si avvista un orso bisogna allontanarsi con calma e senza scatti, evitando tassativamente di avvicinarsi soprattutto agli orsacchiotti; se si ha un cane va tenuto al guinzaglio, per scongiurare il rischio che possa provocare un orso.
    Infine occorre creare le condizioni per una convivenza pacifica tra uomini e orsi, che tuteli prima di tutto la salute delle persone ma anche l'importanza dei plantigradi per la biodiversità. E' essenziale creare separazioni tra insediamenti umani e aree abitate da orsi ed evitare che i plantigradi abbiano accesso ad avanzi alimentari delle persone e che associno così la presenza dell'uomo al cibo.

    Il WWF da anni svolge un lavoro prezioso per la tutela dell'orso in Italia e per la corretta informazione sul rapporto tra uomini e orsi. Segnalo un importante articolo a cura dell'associazione dal titolo "Cosa fare se si incontra un orso", la cui conoscenza dovrebbe costituire un prerequisito per chiunque si avventuri per i boschi o trascorra periodi in zone limitrofe ai territori abitati dai plantigradi.
    Consiglio fortemente anche la lettura di un'illuminante intervista a Mauro Belardi del Programma Alpi europeo del WWF sul tema delle aggressioni degli orsi agli uomini e mi permetto di riportarne due passaggi:
    CITAZIONE
    Chi oggi attacca l'orso come specie dovrebbe coerentemente chiedere la chiusura della caccia in quanto responsabile di 20 morti all'anno (anche in Trentino) o dell'allevamento poiché l'anno scorso ci sono stati sulle Alpi almeno 4 attacchi documentati di vacche a turisti, tra cui alcuni letali. Sarebbero proposte avventate e irrazionali, come oggi è assurdo prendersela con gli orsi in generale.

    CITAZIONE
    La strada per la convivenza (tra uomini e orsi) resta lunga ed è la stessa che promuoviamo da tempo con la speranza di non doversi trovare in futuro ad operare certe scelte: aumentare l'informazione, diffondere buone pratiche tra chi frequenta le aree di presenza, pagare rapidamente e completamente i danni alle attività economiche, installare opere di prevenzione danni, acquistare cani da guardiania, cooperare tra soggetti che gestiscono l'ambiente a livello sovraregionale e internazionale.


    Edited by Oskar - 20/5/2022, 21:50
     
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