Smart working

che opinione avete a riguardo?

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    Questa pandemia, come tutte le crisi, a mio avviso ci sta dando una grande opportunità: quella di diventare finalmente un paese moderno dal punto di vista del lavoro da remoto.

    Premessa fondamentale: inutile dire che lo smart working dovrebbe essere applicato soltanto per quelle figure professionali che non richiedono una presenza fisica sul luogo di lavoro. Io ad esempio lavoro nel campo del digital, da 2 mesi mi interfaccio quotidianamente con team che si trovano anche a 800 km di distanza da me e con i mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggi non ho alcun problema a essere produttivo ed efficiente.

    Vi dirò di più: da quando sono in telelavoro sto lavorando di più e meglio rispetto a prima. La mia giornata iniziava alle 6 del mattino, tra mille corse per non perdere il treno, mezzi pubblici superaffollati e inefficienti, perennemente in ritardo, corse saltate ecc. In pratica, alle 9 del mattino quando arrivavo in ufficio già ero un mezzo zombie. Per non parlare del ritorno: stessa trafila, uscivo alle 17.30 ma rientravo a casa non prima delle 19.30. Considerando che ho 3 bambini piccoli e una casa da mantenere insieme a mia moglie, mi sono sempre domandato: ma che vita è questa qui?

    E allora ho pensato: ma perché non ci apriamo ufficialmente e definitivamente allo smart working a prescindere dalla pandemia (che prima o poi finirà)? Istituzionalizzarlo, incentivarlo a livello governativo, come accade nel resto d'Europa e negli Stati Uniti. L'importante a mio avviso non è la presenza fisica in un determinato luogo, quanto la capacità di portare a termine i task nel modo migliore possibile e nei tempi giusti. Responsabilizzare il lavoratore, ecco.

    Un lavoratore che ha maggior controllo ed equilibrio rispetto alla sua vita privata, a mio avviso, è un lavoratore più soddisfatto e più efficiente.

    Senza contare i benefici economici, ecologici e sociali che avremmo: meno inquinamento, meno stress, meno costi per il datore di lavoro, possibilità di rimanere nella propria terra di origine se lo si vuole. I piccoli centri potrebbero rifiorire, non si sarebbe più costretti ad emigrare e a stravolgere la propria vita pur di lavorare, le grandi città si decongestionerebbero. Cambiare città o nazione, per quanto mi riguarda, dovrebbe essere sempre e soltanto frutto di una libera scelta e non di un'imposizione dettata dalla mancanza di lavoro nel proprio luogo di origine. Lo smart working potrebbe dare una grossa mano anche da questo punto di vista: penso a quei borghi bellissimi che abbiamo in Campania, in Basilicata, in Sicilia, in Abruzzo, in Puglia...se le persone hanno la possibilità di rimanere nel proprio luogo di nascita, ci sarebbe un ripopolamento che avrebbe come conseguenza la rinascita delle economie locali. Perchè se i paesini tornano a popolarsi, ecco che ci sarà nuovamente bisogno dell'elettrauto, dell'imbianchino, del cinema, del ristorante ecc.

    So che sto sognando ad occhi aperti, ma nel 2020 io credo che l'unico futuro possibile e sostenibile sia questo. Per un discorso ecologico, per un discorso di sanità mentale ed equilibrio tra lavoro e vita privata, per il fatto che Milano non può ospitare 30 milioni di italiani.

    Mi farebbe piacere sapere qual è la vostra opinione a riguardo :)

    Edited by JohnLocke81 - 18/5/2020, 19:26
     
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    Concordo quasi su tutto.

    Diciamo che si lavora di più e allo stesso tempo si produce di più, però tra un task e un altro puoi dedicarti anche a faccende domestiche o altre cose, come prenderti 15 min per fare una spesa, oppure accompagnare i bambini a scuola. Minuti che ovviamente vai a recuperare nell'arco della giornata.

    Però secondo me è importante anche la presenza in ufficio. Un lavoro 100% virtuale non mi attira.

    Per me l'ideale sarebbe: lunedì, martedì e mercoledì in ufficio, giovedì e venerdì in smart.

    É un discorso che andrà affrontato seriamente.
    Credo che è l'unico aspetto positivo del Covid. Una piccola rivoluzione nel mondo del lavoro. Sarebbe una grande vittoria per l'ambiente.
     
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    Vi dico solo che non ho mai lavorato così tanto in vita mia e l'azienda ci sta andando di lusso, in pratica lavoro almeno 12 ore al giorno(ma anche notte) ma lo stipendio è sempre lo stesso.
     
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    CITAZIONE (taburn2001 @ 19/5/2020, 14:15) 
    Vi dico solo che non ho mai lavorato così tanto in vita mia e l'azienda ci sta andando di lusso, in pratica lavoro almeno 12 ore al giorno(ma anche notte) ma lo stipendio è sempre lo stesso.

    Altro aspetto su cui discutere.
     
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    Io personalmente preferisco sacrificare qualcosa dal punto di vista dell'orario lavorativo (cioè sono anche propenso a farmi 9 ore rispetto alle canoniche 8 in ufficio) pur di evitarmi lo sperpetuo ogni giorno di dovermi recare in azienda.
     
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    Parlo per una grossissima (purtroppo)fetta di italiani.....Non siamo pronti e non lo saremo mai ....e tecnologicamente e moralmente ...un popolo di furbetti che ha come scopo principale quello di eludere il controllo imboscandosi e fregando il prossimo ...Lavoro a strettissimo contatto con una "Branca" della pubblica amministrazione e potrei raccontarvi 10.000 aneddoti di quest'ultimo periodo....
     
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    Riflessioni e domande:

    1) accentuera' il declino del "tipo" "lavoro dipendente"?

    2) contribuirà alla delocalizzazione all'estero non più solo delle imprese, ma anche dei singoli rapporti di lavoro conclusi dalle imprese?

    3) quali saranno gli effetti sulla psiche del singolo, ed eventualmente sui rapporti di coppia, di prolungate permanenze tra le mura domestiche e del crollo dei rapporti sociali "connaturati" al lavoro "classico"?

    4) Sarà possibile, in concreto, nel pubblico impiego, non peggiorare ulteriormente la produttività?

    5) Come si assicurerà, in concreto, nel pubblico impiego (e non solo) la riservatezza del lavoro svolto?

    A fronte delle risposte alle sopra riportate domande, richiedenti un minimo di riflessione in diverse direzioni (situazione personale, situazione familiare, temporaneità, oggetto del lavoro, i temi più delicati mi sembrano quelli sottesi alle domande 1) e 2), ma altri potrebbero emergere), stanno gli indubbi vantaggi per la mobilità generale e possibili vantaggi per persone e famiglie, in relazione a periodi della loro esistenza.

    I temi sottesi alle domande 1) e 2) dovrebbero trovare speciale sistemazione legislativa, con attrazione del tipo nell'area del lavoro subordinato, sotto pena di veder ulteriormente ridurre le garanzie dello smart worker. Il problema è relativamente limitato per i rapporti già in essere, ma sarà spinosissimo per i nuovi rapporti.

    Per il punto 3) sarebbero auspicabili studi specifici, ma la temporaneità dello smart working, unito alla turnazione, dovrebbe aiutare.

    Per il punto 4) sarà questione di effettività di disciplina (sovente chimera nella P.A.) mentre per il 5) non guasterebbero accurate scelte degli "oggetti" visibili in remoto ed un adeguato ed effettivo apparato sanzionatorio per il caso di violazione dell'obbligo di riservatezza.

    Sono solo spunti di riflessione, senza pretesa di esaustività.
     
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    CITAZIONE (clarosar @ 21/5/2020, 06:57) 
    Parlo per una grossissima (purtroppo)fetta di italiani.....Non siamo pronti e non lo saremo mai ....e tecnologicamente e moralmente ...un popolo di furbetti che ha come scopo principale quello di eludere il controllo imboscandosi e fregando il prossimo ...Lavoro a strettissimo contatto con una "Branca" della pubblica amministrazione e potrei raccontarvi 10.000 aneddoti di quest'ultimo periodo....

    In questo caso va cambiata la retribuzione. Basta dare la metà dello stipendio come base fissa, il resto in premi, obiettivi, in base a ciò che uno produce, non alle ore di lavoro. Vedi come lavorano
     
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    CITAZIONE (clarosar @ 21/5/2020, 06:57) 
    Parlo per una grossissima (purtroppo)fetta di italiani.....Non siamo pronti e non lo saremo mai ....e tecnologicamente e moralmente ...un popolo di furbetti che ha come scopo principale quello di eludere il controllo imboscandosi e fregando il prossimo ...Lavoro a strettissimo contatto con una "Branca" della pubblica amministrazione e potrei raccontarvi 10.000 aneddoti di quest'ultimo periodo....

    Basta responsabilizzare il dipendente...se lavori bene, nei tempi, e consegni i task che ti vengono affidati, non hai nulla da temere. Viceversa, se non fai quello per cui ti pagano, dovresti essere automaticamente cacciato a pedate (e questa cosa dovrebbe valere anche per chi lavora nel pubblico).
     
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    Il problema più grande del nostro apparato burocratico è legato alla quantità di persone che lavorano e alla qualità del loro lavoro.
    Lo smart working in questo settore può essere una rivoluzione.
    Ogni anno il solo spreco dei burocrati ci costa 57 miliardi, che equivalgono a IMU e TASI, reddito di cittadinanza e accise sulla benzina.
    Al cittadino si eviterebbe di fare file inutili, di recarsi sul posto e non trovare l'interlocutore giusto, perché assente o chissà dove. Potrebbe essere risolto tutto tramite PEC.
    E come dicevo prima, queste persone vanno indirizzate verso un sistema meritocratico. Più produci, più sei efficiente, più guadagni. E visto che spesso i procedimenti amministrativi sono "catene di montaggio" si potrebbe trovare l'anello debole dell'ufficio. Insomma.. se si vuole si può.

    La prima rivoluzione deve partire dal pubblico, perché se non si riducono i costi del pubblico, non puoi tagliare le tasse alle imprese private e le relative tasse sul costo dei dipendenti privati.
     
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    .....la meritocrazia (e tutto ciò che di concreto produrrebbe)purtroppo è malvista in Italia, viene considerata una specie di anticamera dello schiavismo, una sorta di pressione insopportabile da parte del pubblico impiegato che si sente forte dei diritti acquisiti dopo anni di dure battaglie sindacali...
    Prova poi a proporre il mezzo stipendio fisso e il restante proporzionalmente equo agli obiettivi raggiunti prova a metterle le mani nelle tasche del "posto fisso" ....😂
     
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