LIVELLO TECNICO: PAMPA SOSA
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QUOTE Sarebbe fin troppo sminuente chiamarlo solo un pilota. Con 7 titoli mondiali di Formula 1, di cui cinque consecutivi al volante della Ferrari, Michael Schumacher è una vera e propria leggenda. Dopo anni di lotta all’ultima curva con i suoi avversari su pista, il Kaiser continua a combattere nel suo campo di battaglia personale.
Il 29 Dicembre 2013, infatti, il campione del mondo è stato vittima di un tragico incidente di sci a Méribel, in Francia. Una caduta fuori pista e un violento colpo alla testa sulle rocce che lasciarono il mondo con il fiato sospeso, in attesa di notizie sulle condizioni di salute di Schumi. È l’inizio di un lungo calvario. L’incidente provocò al pilota serie lesioni cerebrali, per i quali è stato sottoposto a due estenuanti interventi e a sei mesi di coma farmacologico. Il suo percorso di riabilitazione continua ancora oggi. La Ferrari e i tifosi di Schumi, nel frattempo non lo hanno dimenticato, e continuano a incitarlo mentre combatte la sua battaglia.
QUOTE Oggi Michael Schumacher continua la sua riabilitazione, protetto dall’amore dei suoi familiari che si sono erti a scudo contro ogni tipo di interferenza mediatica. Dalla sua dimissione dall’Ospedale Universitario di Losanna nel 2014, il pilota ha continuato il suo recupero in privato e la sua famiglia ha mantenuto il totale riserbo sulle sue condizioni di salute. Inizialmente, Schumi si è ritirato nella sua abitazione a Gland, un piccolo comune svizzero.
Con il documentario Netflix sulla vita del campione di Formula 1, Schumacher, sua moglie Corinna Betsch ha rivelato nuove informazioni sulla sua situazione. Al momento vive insieme alla sua famiglia nella sua nuova villa a Maiorca. “Un Michael diverso, ma ancora con noi” -racconta Betsch- “Facciamo di tutto per migliorare le sue condizioni, per assicurarci che sia a suo agio e per fargli sentire la presenza della nostra famiglia. Il nostro amore.
Cerchiamo di andare avanti come avrebbe voluto Michael. Ci ha sempre protetti e ora siamo noi a proteggerlo“.
Corinna, ex cavallerizza, ha cresciuto da sola i due figli, Gina Maria e Mick, che ha seguito le orme del padre e ora corre per la Haas in Formula 1. Una vita di sacrificio al servizio della propria famiglia: “Non ho mai dato la colpa a Dio per quello che è successo quel giorno, ma siamo stati colpiti nel momento più felice della nostra vita.
Michael mi manca ogni singolo giorno, manca a tutti. È ancora qui, è diverso, ma ci dona tutta la sua forza”. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quello che è accaduto di grave è l’accelerazione e la decelerazione improvvise avvenute dentro la scatola cranica.Il cervello galleggia, si muove, anche se saldamente ancorato alla base. Immaginate una frenata brusca, da 50-60 chilometri all’ora (questa la velocità probabile di Schumacher mentre sciava) a zero: il cervello va avanti e indietro violentemente, stirando l’ancoraggio alla base. Le cellule dei neuroni sono sulla superficie, ma le loro «code» (assoni) sono come fili elettrici lunghissimi che vanno a comporre i lunghi nervi. «Ordini» e impulsi elettrici passano attraverso di loro, che però sono anche l’ancoraggio della massa cerebrale che galleggia. «In questo tipo di trauma, tipico dei pugilatori, il vero problema è il Dai (Diffuse axonal injury), lo stiramento degli assoni che comporta anche la rottura dei capillari», spiega Maurizio Fornari, primario neurochirurgo dell’Istituto Humanitas di Milano-Rozzano.
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